
La storia del ritratto va avanti, ma rimaniamo in ambito germanico.
Negli stessi anni di Durer, l’arte tedesca propone un numero crescente di importanti ritrattisti, a conferma dell’allargamento della committenza, estesa non solo alle casate aristocratiche ma anche a mercanti, banchieri, finanzieri, pronti a manifestare il successo economico e l’appagamento sociale attraverso il ritratto.
Fra i ritrattisti del primo Cinquecento va ricordato Lucas Cranach “il Vecchio” (per intenderci, quello del ritratto di Martin Lutero).
Durante la sua lunghissima carriera, trascorsa in buona parte presso la corte di Sassonia, Cranach ha dipinto numerosi ritratti, sacrificando in parte la verosimiglianza per ottenere un forte effetto simbolico, con uomini che si atteggiano a indomiti cavalieri e dame dal fascino insidioso, grazie al sortilegio di occhi pungenti e fantasiose, esotiche acconciature.
Sibilla, Emilia e Sidonia
E questo triplice ritratto raffigurante le principesse Sibilla, Emilia e Sidonia ne è un lampante esempio.
A prima vista lo spettatore può avere la sensazione che l’artista abbia ritratto solo una ragazza da tre angolazioni diverse. Infatti, le tre sorelle sono molto simili nel viso e nell’abbigliamento, eppure così diverse tra loro.
Dopo un’attenta analisi, si può facilmente vedere come il maestro è riuscito a catturare una personalità diversa e l’età su ogni volto e anche una diversa preferenza di moda.
Ognuna di loro ha un taglio di capelli diverso, ma alla moda durante il Rinascimento in Sassonia, e ogni abito presenta tessuti costosi e ricami complessi. I monili d’oro sono un simbolo di ricchezza e prosperità.
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Tuttavia, non si può fare a meno di notare il cappello mancante, i dettagli mancanti e la faccia malinconica della ragazza di sinistra, la più vecchia. È come se il tempo la stesse portando via dal dipinto. Sotto i riflettori ora è la ragazza al centro, Emilia. È la sua ora e ci sta guardando spudoratamente, in un tentativo disperato e dolce di essere ricambiata. Sidonia, la più giovane, evita il nostro sguardo, innocente e modesta.
Sin dall’inizio insomma il ritratto svolse un ruolo importante nella carriera del pittore. A Cranach spetta il merito di averci trasmesso non soltanto l’effige di Lutero, ma anche quelle degli elettori di Sassonia (Federico il Saggio, 1519-20) e di altri personaggi principeschi.
N.B.: Durer e Cranach erano all’opposto l’uno dell’altro. Durer, Bavarese d’origine ungherese e sotto l’attrazione del sud, quindi dell’Italia, s’era formato nella prima adolescenza sulla riva sinistra del Reno, laddove da sempre l’influenza latina aveva portato alla pratica della pittura.
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000