
Continua la nostra esplorazione nella storia del ritratto.
Tutta l’area fiammingo-tedesca-olandese, è influenzata profondamente da Durer, che a sua volta entrando in rapporto con la gloriosa tradizione fiamminga genera una novità importante: Anversa, importante porto commerciale e finanziario, diventa luogo di nascita di una congregazione di pittori.
Il movimento ha inizio con il pittore Jan Gossaert, detto anche Mabuse (1478 c.-1532) dall’antica grafia della cittadina natale di Maubeuge.
Può essere considerato il precursore del cosiddetto “italianismo di Anversa“, uno stile particolare, in cui non è stata ancora del tutto abbandonata la tradizione del Quattrocento fiammingo, ricca di attenzione per i dettagli, minuziosa nell’investigazione del mondo reale.
Ma nello stesso tempo, è già consapevolmente accolta la maniera moderna italiana, non solo nella resa prospettica e nell’impostazione architettonica, ma anche nel respiro monumentale delle figure, nel senso della luce, nel rapporto tra i personaggi e il contesto ambientale. Credo che, a stupire, siano i suoi ritratti, dove qualità tecnica, studio minuzioso della fisionomia e la straordinaria esecuzione, collocano le figure oltre i limiti dell’opera.
Come avviene in questo splendido (forse) autoritratto.
Un autoritratto ancora non confermato
Lo sguardo ci colpisce e coinvolge direttamente e il gesto fatto con la mano sembra invitarci ad una amabile conversazione. L’abbigliamento è tipico dell’epoca: indossa una camicia senza colletto bianca sotto un cappotto nero svolazzante. Ma certo ci colpisce l’ampio cappello rossastro che contrasta con il fondo verde. La parte inferiore del bordo del cappello è ornata con un’allacciatura decorativa, bottoni rivestiti con pietre preziose, e un distintivo d’oro inciso recante un motivo illeggibile nel centro.
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L’attenzione di Jan Gossaert per i dettagli è evidente nella sua rappresentazione dei singoli peli barba dell’uomo, la cucitura lungo il bordo del colletto del mantello, e le scintillanti decorazioni sul cappello. Mabuse sarà conteso fra le corti di Borgogna, di Danimarca e del ramo fiammingo degli Asburgo. Alternerà penetranti ritratti a composizioni complesse, dove è sempre interessante l’inserimento di architetture di ispirazione italiana.
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000