
Uno stile inizialmente di nicchia, ma che finirà per diventare una sorta di codice formale, imposto dai regnanti di tutta Europa per esprimere il proprio gusto moderno, partendo dalle esperienze artistiche rinascimentali.
Più che un movimento artistico è una fase di passaggio tra il tardo rinascimento ed il barocco. Nel ritratto si cercherà di esprimere l’ideale aristocratico, l’etichetta di corte, la compostezza salda del potere di chi è ritratto. Traghettatori tra rinascimento e maniera, nel ritratto, saranno: Andrea del Sarto, Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino per poi sfociare in figure come il Parmigianino, Giuseppe Arcimboldo ed El Greco. Oltre a pittori che abbiamo già trattato e che vivranno esperienze manieriste come il Tintoretto e Sebastiano del Piombo.
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L’Alabardiere
L’opera che vi propongo è di Pontormo e ci si divide ancora sulla persona rappresentata: secondo alcuni l’alabardiere potrebbe essere Francesco Guardi, giovanissimo soldato della Repubblica Fiorentina durante l’assedio di Firenze; altri invece ritengono sia il giovane Cosimo I de’ Medici vittorioso dopo la battaglia di Montemurlo nel 1537
Al di là di questo, abbiamo di fronte a noi un giovane ragazzo, rappresentato con un’inquadratura stretta, fino al bacino, sullo sfondo di un bastione in pietra appena accennato. Si appoggia all’asta dell’alabarda con una presa salda della mano destra, mentre la sinistra è sull’anca, conferendo fierezza tutta la posa.
Il ritratto e la maniera internazionale
L’abbigliamento è elegantissimo, a partire dai calzoni rossi. La cintola a cui è appesa la spada evidenzia un girovita sottilissimo dal quale la casacca rigonfia. Completano il quadro chic una collana di maglie d’oro al collo, una camicia bianca con polsini a sbuffo e un berretto rosso su cui è appuntata con uno spillone una piuma e una gemma con Ercole e Anteo. Grande perizia è stata dedicata alla rappresentazione di tutti i materiali. Dal metallo brunito dell’elsa della spada, al cuoio della cintola, al legno venato dell’asta dell’alabarda, alla setosa consistenza delle pieghe della giacca alla manica, memore della lezione raffaellesca.
Continua l’esplorazione…
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000