
Continua l’esplorazione attraverso i più importanti ritrattisti della storia dell’arte. Altra figura importante d’oltralpe, ma che si troverà a lavorare in Italia, è Jan van Scorel, che sarà chiamato dal connazionale papa Adriano VI, a ricoprire l’incarico di conservatore delle antichità vaticane, ruolo ricoperto da Raffaello prima di lui. La sua produzione artistica, pur se non molto abbondante, è sempre di una elevata qualità, dimostrando un grande controllo formale a scapito, talvolta, della spontaneità. Nel campo del ritratto ricorda l’esempio di Raffaello, cercando un tono medio tra naturalezza ed eleganza. Nel ritratto di scolaro la pittura fiammingo-olandese si dimostra tendenzialmente più aperta e disponibile verso i bambini di quanto non avvenga in Italia, in cui il tema è poco affrontato.
Questo orientamento verrà confermato in età barocca.
Ritratto di scolaro
Rispetto ai ritratti di bambini aristocratici e di corte, spesso ingessati in ruolo più grande di loro, questo ritratto ci appare naturale. La freschezza e l’allegria dell’espressione del ragazzino borghese raffigurato, ma anche la vivacità e la sete di conoscenza, mostrano una forte personalità e una grande sicurezza.
Il ragazzino, i cui anni sono riportati in caratteri latini nella scritta (AETATIS 12), studia lo spettatore con occhi vivi e, preso da una spinta creativa, ha afferrato la penna come se volesse appuntare qualcosa sul foglio di carta.
C’è già un’iscrizione sul bigliettino, ma capovolta, come fosse un messaggio celato: “Omnia dat dominus non habet ergo minus” (Il Signore dà tutto senza per questo avere di meno).
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000