
Siamo arrivati ad anni densissimi per la storia del ritratto. Lorenzo Lotto, partito dall’inquieta malinconia di Giorgione e dalle luci implacabili di Durer, si propone come uno dei più intriganti e originali ritrattisti del Cinquecento in Europa. Pur fra gli alti e bassi di una carriera difficile, entrerà in rapporto con Holbein e influenzerà un’intera generazione di pittori lombardi. Il carattere anticonformista della solitaria personalità di Lorenzo si afferma, quando non è ancora cominciato il suo inquieto vagabondaggio pittorico. Questo aspetto è anche indicativo di quell’atteggiamento indipendente nella vastità dell’informazione culturale, che rende problematica l’individuazione di una discendenza di scuola.
Broccardo Malchiostro
Nei suoi ritratti le pose, le espressioni, la resa delle superfici e delle luci non sono mai banali. Ogni personaggio manifesta una vita interiore densa, affascinante e talvolta tormentata. Lotto indaga con precisione l’apparenza sensibile, i lineamenti dei personaggi, ma è interessato soprattutto a quello che Leonardo definiva “moti dell’anima“. Come vediamo in questo ritratto, rappresentante probabilmente il canonico trevigiano Broccardo Malchiostro.
Lotto allude con un gioco di parole al nome dell’ecclesiastico, dipingendo una tenda di broccato con fiori di cardo, broc-cardo. Mentre la flebile lucerna alle spalle, simbolo della fragilità della sorte umana è un richiamo all’attentato a cui questo personaggio, braccio destro del vescovo de’ Rossi, sfuggì in quegli anni.
E con ciò forse si spiega anche l’espressione preoccupata!
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C.C.
Fonti: Storia generale del nudo, Flaminio Gualdoni, Skira, Milano, 2012