
Non è semplice proporvi quello che ha segnato la storia dell’arte e in questo caso del ritratto, perché non si sa mai da dove partire. Ma credo che ci siano dei punti, delle stelle fisse nel firmamento che non possono prescindere. E oggi vi presento una di queste stelle fisse: Rembrandt. La storia della pittura, e quella del ritratto in particolare, riconoscono in Rembrandt van Rijn (1606-1669) uno dei maestri più grandi di tutti i tempi. I suoi ritratti sollecitano un coinvolgimento del riguardante in una scena in movimento, persino rumorosa, talvolta un po’ scomposta, espressa attraverso una pittura che si evolve, passando dalla raffinatezza calligrafica delle minuziose opere giovanili alla stesura sfaldata e densa della sua maturità.
Dopo aver ottenuto un grande successo fin da giovane come pittore ritrattista, i suoi ultimi anni furono segnati da tragedie personali e difficoltà economiche. I suoi disegni e dipinti furono popolari già durante la sua vita, la sua reputazione rimase alta e per vent’anni fu maestro di quasi tutti i più importanti pittori olandesi. I più grandi trionfi creativi di Rembrandt sono evidenti specialmente nei ritratti dei suoi contemporanei, nei suoi autoritratti e nelle illustrazioni di scene tratte dalla Bibbia. Avrei potuto scegliere tra una miriade di ritratti e autoritratti, ma ho scelto decisamente l’originalità. Vi propongo infatti un dipinto alquanto insolito, realizzato per la sede di rappresentanza dei chirurghi di Amsterdam, la tela si inserisce in un filone tradizionale della pittura olandese, un sottogenere dei ritratti di gruppo.

La lezione di anatomia del dottor Nicolaes Tulp
Il tema è una lezione dimostrativa del dottor Tulp. Il Professor Nicolaes Tulp, titolare della cattedra di anatomia all’Università di Amsterdam è uno dei medici più celebri d’ Olanda. Attorno a lui un il gruppo di amministratori pende dalle sue labbra per carpire qualche segreto anatomico.
Il corpo esaminando è quello di un impiccato, tale Adrian Adrianeszoon. Il dottore sta spiegando l’importanza dei tendini del braccio, mimando con la mano sinistra come i movimenti delle dita ne sono una diretta conseguenza.
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I tendini sono sollevati, per essere visibili, con una pinza tenuta come si tiene un pennello; ciò per ribadire che medicina e pittura sono arti nobili e al contempo impegnative che vanno di pari passo, non solo dal punto di vista tecnico.
I sette personaggi raccolti intorno al tavolo della dissezione non sono medici, ma amministratori comunali. Sono colti in un moto di stupore, sbigottimento, curiosità e ribrezzo e le loro facce sono sapientemente illuminate così da creare un’atmosfera unica, solenne e coinvolgente per lo spettatore.
Una perfetta istantanea giunta fino a noi dal XVII secolo!!!
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000