Alexej Jawlensky ritrattista d’avanguardia

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Alexej Jawlensky ritrattista d'avanguardia
Alexej Jawlensky, ritratto del ballerino Alexander Sacharoff, 1909, Lenbachhaus, Monaco di Baviera

Molteplici e contraddittorie sono le raffigurazioni del soggetto “ritratto” proposte dall’avanguardia europea. Aderendo compiutamente alle proprie convinzioni mistiche, Alexej Jawlensky (1864-1941) concepisce la raffigurazione dei suoi volti privi d’identità come la necessaria esternazione di un dettame divino. Come l’incarnarsi del verbo di Cristo sul supporto materico della tela.

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L’interpretazione che Jawlensky dà del volto umano è sintomatica dell’atmosfera spiritualistica diffusa nell’Europa orientale agli inizi del Novecento.
Il misticismo pittorico dell’artista russo ha come fondamento una concezione dell’arte tesa alla manifestazione della dimensione nascosta del visibile: lo spirituale.

Il processo di riduzione formale attraverso cui il pittore arriva alla definizione dei volti sembra derivare inoltre dalla pittura di icone caratteristica del cristianesimo ortodosso.

Ritratto del ballerino Alexander Sacharoff

Il ritratto più noto dell’artista è senza dubbio quello raffigurante Alexander Sacharoff, un ballerino professionista che orbitava nell’ambito del Blaue Reiter. Sacharoff è ritratto in una posa delicata, armoniosa, a tradire la sua professione probabilmente. Il vestito è reso con una grande campitura rossa con un bordo nero, che svela solo la forma. L’ombra alle spalle del ballerino è di colore verde.
Il volto è schematizzato, acuminato, lasciando allo spettatore la libertà di concentrarsi sullo sguardo misterioso di Alexander.
Magnetico!

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C.C.

Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000

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