James Abbott Whistler ritrattista

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James Abbott Whistler ritrattista
James Whistler, sinfonia in bianco n. 1, 1861–1862, National Gallery of Art, Washington

Interprete della rimozione operata dalla classe dirigente britannica e americana nei confronti del disagio sociale dei ceti meno abbienti, James Abbot Whistler (1834-1903) introduce all’interno del granitico universo di valori della borghesia ottocentesca la complessa contraddittorietà dell’epoca.
Sotto i candidi abiti delle fanciulle ritratte il pittore fa trapelare un microcosmo di emozioni e di inquietudini potenzialmente esplosivo.
Le sue anonime eroine assurgono a simbolo di un’atmosfera culturale ed esistenziale intrisa di malinconico simbolismo. L’età vittoriana vede l’inasprirsi della differenza di classe in universi opposti, privi di qualsiasi relazione reciproca: borghesia e proletariato. Sul finire del secolo la fede nel progresso tecnologico e scientifico che aveva animato il positivismo ottocentesco, comincia a vacillare.

L’opera che qui vi presento mostra il legame creativo delle diverse arti, in particolare tra pittura e musica, tipico dell’atmosfera culturale del periodo e qui testimoniato dal titolo del dipinto.

Sinfonia in bianco n. 1 di James Abbott Whistler

Joanna Hifferman, giovane modella irlandese e amante del pittore, posa per Whistler nel suo studio parigino. Il titolo del ritratto, è forse dovuto ad un suggerimento di un giornalista, il primo ad accostare la pittura di Wistler alla musica.
L’opera mostra una donna a figura intera vestita di bianco in piedi su una pelle d’orso polare di fronte a una tenda bianca con un giglio bianco in mano.

Insomma possiamo dire che l’opera è quasi interamente bianca!
Il dipinto è stato interpretato dai critici sia come un’allegoria dell’innocenza e della sua perdita, che come allusione religiosa alla Vergine Maria. Fu respinto sia dalla Royal Academy che dal Salon ufficiale di Parigi, ma alla fine venne esposto al Salon des Refusés nel 1863. A questa mostra era presente anche Édouard Manet con la famosa Colazione sull’erba, e insieme le due opere si sono guadagnate un sacco di attenzione.

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È un bellissimo pittore, ma forse non un grande pittore. Mezzo-campione della pittura contemporanea, credo sia destinato ad avere la stima, non la gloria. L’infatuazione, forse, del pubblico. Mai però la passione, che, nell’arte, è un’altra cosa.
A voi l’ardua sentenza!

Continua l’esplorazione …

Per scoprire la storia del ritrattismo segui l’etichetta #ritrattieritrattisti
➡ La Belle Epoque-prima parte: il caso Whistler
➡ Paesaggi – notturno, blu e oro. Il vecchio ponte di Battersea

C.C.

Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000

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