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Paul Cezanne ritrattista contro

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Paul Cezanne ritrattista contro
Paul Cezanne, ritratto di Vollard
Paul Cezanne ritrattista
Paul Cezanne, ritratto di Vollard, 1899, Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, Parigi

La poetica pittorica di Paul Cezanne (1839-1906), pur appartenendo cronologicamente alla seconda metà dell’Ottocento, è stata considerata, dalla generazione artistica delle avanguardie, come l’atto inaugurale della moderna concezione dell’arte.
Cezanne è forse il primo a far emergere la necessità di rompere con i vincoli rappresentativi del metodo prospettico per giungere a una definizione antimimetica e antinarrativa dell’immagine pittorica e per portare a espressione una dimensione più autentica del reale.
Concentrandosi sulle qualità dell’oggetto, il pittore provenzale sente il bisogno di arrivare al superamento dell’estetica impressionista, che aveva liquefatto e dissolto gli oggetti nella variabilità infinita della luce atmosferica.

Nel caso dei ritratti la lotta per esprimere le qualità degli oggetti si fa più ardua, proprio perché il pittore deve necessariamente scontrarsi con la personalità del modello. Tuttavia, anche nel ritratto è necessario lasciar totalmente inespressa l’individualità dell’uomo. Il ritratto che vi propongo rappresenta il celebre gallerista eccezionale scopritore di talenti, Vollard: fra i giovani artisti delle avanguardie è stato ritratto anche da Renoir e da Picasso.

Ritratto di Vollard

Cézanne dipinse questo formidabile ritratto nel 1899. In quest’opera della maturità, esposta a Zurigo, il pittore riuscì mirabilmente a conciliare la staticità della figura seduta con la dinamicità dell’intera composizione.
Vollard, le labbra serrate e gli occhi quasi persi nell’ombra, china la testa e incrocia le gambe. La mano destra stringe un libro o forse le sue carte, e la sinistra giace sommersa tra le ginocchia.

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Potrebbero essere necessari alcuni secondi per notare macchie di luce ovunque. Nonostante la luce naturale provenga da dietro il soggetto, le nocche di Vollard hanno forti lumeggiature, espressione di tensione fisica e mentale e di una presunta sorgente luminosa alla sua destra. Altre macchie di luce aggiungono volume alla sua fronte alta. Tutto ciò crea nel dipinto una forte instabilità che notiamo anche nella riga verticale della camicia, puntualmente decentrata rispetto alla giacca.

Scrisse Vollard.

Chi non l’ha visto dipingere può a fatica immaginare fino a che punto, in certi giorni, il suo lavoro fosse lento e penoso. Nel mio ritratto ci sono, sulla mano, due punti in cui la tela è scoperta. Lo feci notare a Cézanne, che mi rispose: ‘Se la mia visita al Louvre, fra poco, avrà buon esito, forse domani troverò il modo giusto di coprire questi spazi bianchi. Cercate di capire… se intervenissi qui a caso, sarei costretto a ricominciare tutto il quadro a partire da questo punto’.

Continua l’esplorazione …

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C.C.

Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000

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