
Convinto dell’assoluta autonomia dei mezzi pittorici da ogni referente esterno alla pittura stessa, Pablo Picasso (1881-1973) trasferisce sul supporto sensibile della tela la propria intuizione conoscitiva del modello. Ecco perché è utile approfondire la conoscenza del Picasso ritrattista.
Se si escludono i dipinti del periodo neoclassico (1917-1924), dove la lineare stilizzazione delle figure non intacca i tratti somatici dei personaggi, i ritratti di Picasso richiedono allo spettatore uno sforzo percettivo costante, al fine di attivare il meccanismo di riconoscimento percettivo dell’oggetto.
In questo percorso conoscitivo è offerta al lettore dell’opera una serie di indicazioni-chiave (parti del corpo, tracce di abiti, elementi tratti dalla realtà quotidiana come carte di giornali o da parati, intelaiature, lettere e segni grafici) aventi la funzione di garantire la ricomposizione concettuale dell’oggetto.
La donna che piange
Questo ritratto è un olio su tela dipinto da Pablo Picasso in Francia nel 1937. Picasso era incuriosito dal soggetto, e lo realizzò diverse volte. Questa in particolare è l’ultima versione e la più elaborata della serie.
La serie di donne che piangono sono considerate una tematica prosecuzione della tragedia raffigurata nel dipinto epico Guernica.
E proprio in questa donna che piange, l’artista non rappresenta più direttamente gli effetti della guerra civile spagnola, ma piuttosto si riferisce a un’immagine universale della sofferenza.
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Dora Maar fu l’amante di Picasso, dal 1936 al 1944. Nel corso della loro relazione, l’artista dipinse il suo volto in svariate versioni: ci restituì in effetti un’immagine di Dora realistica, benevola e in altri casi sofferente o minacciosa.
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000