
La raffigurazione degli uomini illustri affonda le sue origini nel passato più remoto. Insomma è sempre piaciuto realizzare ritratti di persone famose. Già Plinio ci dà informazioni riguardo alle statue che gli ateniesi eressero in onore di Armodio e Aristogitone, che avevano ucciso un tiranno. È comunque uno dei nostri padri, Francesco Petrarca che con la sua opera De viris illustribus che sancisce la nascita della rappresentazione degli eroi del passato e delle loro gesta esemplari.

Il fine di queste rappresentazioni è spesso etico e morale, ma a volte l’intento può essere celebrativo, come nel caso della volta della Camera degli Sposi a Mantova. Qui sono ritratti otto imperatori romani, da Giulio Cesare a Otone, il tutto per celebrare ovviamente la famiglia Gonzaga ritratta sulle pareti della camera.
Più o meno negli stessi anni, alla corte di Urbino, Giusto di Gand e Pedro Berruguete, dipingono una serie di ritratti di personaggi illustri da inserire nello studiolo del grande condottiero, umanista, statista, Federico da Montefeltro. Grazie a Napoleone purtroppo parte di questi dipinti sono stati decontestualizzati. Oggi si trovano esposti in un corridoio del Louvre, praticamente ignorati da tutti i passanti. Questi dipinti dovevano riflettere la cultura del ducato di Montefeltro, proprio nel luogo in cui il duca amava riflettere.
E’ nella Stanza della Segnatura che Raffaello crea una commistione tra mondo antico e spiritualità cristiana, sviluppando l’emblema del pensiero umanistico che si propone di superare e rifondare i principi della scolastica. Nella Scuola di Atene gli uomini illustri sono rappresentati con le fattezze di personaggi contemporanei all’artista, riconoscibili nei volti di alcuni filosofi. Sapienza del passato celebrato con uomini del presente. Segno della continuità culturale.
Esattamente agli antipodi si collocano il Menippo e l’Esopo di Velazquez, in cui i due uomini illustri sono rappresentati come poveri vecchi disincantati, come antieroi, in opposizione alla visione classicista-umanista che voleva sempre questi personaggi giovani, belli, in salute. Li raffigura così come rappresentanti di un sapere considerato ormai passato di moda, inutile e persino ridicolo.
Continua l’esplorazione …
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C.C.
Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000