L’autoritratto

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L'autoritrattoL‘autoritratto è legato a filo doppio con l’evoluzione del ruolo dell’artista. Nel corso del XV secolo l’artista acquista un nuovo stato sociale: non è più un artigiano, membro di una corporazione organizzata secondo regole severe, ma diventa un intellettuale. In questa nuova ottica pensiamo che Michelozzo e Ghiberti fanno parte del Consiglio dei Dieci Buonuomini, o che Filippo Brunelleschi ricopre per ben due volte la carica di Priore. Lo stesso Andrea Mantegna viene insignito del titolo di conte palatino dal duca di Mantova. Lo stesso Mantegna dipinge il proprio ritratto tra le foglie di un pilastro nella Camera degli Sposi

Il nuovo ruolo assunto dall’artista nel corso del Rinascimento ben si manifesta in un artista come Albrecht Durer: l’autoritratto con pelliccia che eseguì a 28 anni ci mostra l’artista nei panni di Cristo, quasi a voler sottolineare il ruolo di creatore attribuito all’artista. L’abito prezioso e pretenzioso conferma questa interpretazione. Tiziano si raffigura, consapevole della posizione ormai raggiunta, all’età di settant’anni, all’apice della carriera. Il suo sguardo è fiero e i suoi occhi guardano lontano. Al collo porta la catena d’oro del cavalierato conferitogli dall’imperatore Carlo V nel 1533.

Il dolcissimo autoritratto di Raffaello invece ci mostra una figura delicata ed insicura, i lineamenti sottili quasi femminei, l’atmosfera distesa e silenziosa. Un simile naturalismo lo ritroviamo nell’autoritratto giovanile di Gian Lorenzo Bernini. Lo scultore, con aria spavalda, si volge come d’improvviso verso lo spettatore. Da questa composizione emerge chiaramente il suo carattere impulsivo e scontroso, esprimendo attraverso la pittura i moti dell’animo. Nicolas Puossin si rappresenta con un abito che evoca la foggia degli antichi romani, regge la cartella dei disegni e al dito ha un anello con diamante, dichiarando così la supremazia della pittura sulle altre arti.

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Piuttosto originale è l’autoritratto di Goya nel suo studio, l’unico tra i tanti, in cui il pittore si presenta in un simile contesto.

Nel corso dell’Ottocento la nascita della fotografia sconvolgerà il mondo dell’arte e Degas fu uno degli artisti che si servì di questa nuova tecnica giungendo a risultati piuttosto originali nei suoi dipinti. In questo dipinto Degas si rappresenta come un giovane borghese che con disinvoltura indossa i simboli del suo status sociale, salutando lo spettatore.

L'autoritratto
Francisco Goya, autoritratto

È praticamente impossibile separare l’opera dell’artista Van Gogh dai suoi autoritratti, che ci esprimono la sua travagliata vicenda interiore. In quello che vi propongo l’artista si rappresenta poco dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Arles. La fasciatura all’orecchio è per la ferita che si procurò tagliandosi il lobo sinistro. Fondamentale è l’autoritratto di Kirchner, esponente dell’espressionismo, e che ci mostra un tragico senso di disagio e di crisi di cui il pittore spesso soffre e che lo tormenterà fino al suicidio. Stretto dalla morsa di una guerra di cui non comprende il motivo, si rappresenta in divisa, con la mano destra orribilmente mutilata, e con la sinistra intento a dipingere una modella di cui non sembra nemmeno accorgersi e che a sua volta gira la testa nel senso opposto a quella del pittore. I colori forti e in contrasto non fanno altro che aumentare il senso di disagio.

L'autoritratto
Francis Bacon, autoritratto

De Chirico usa il suo autoritratto per comunicare un messaggio chiaro: il ritorno alla tecnica pittorica classica, e al mestiere di pittore classico. Qui si ritrae con il busto di Euripide che fu il primo a descrivere la natura ed i suoi mostri, evidenziandone con ironia la loro innocuità. Durante il Novecento soprattutto in seguito agli studi sull’inconscio, arte e psicanalisi proseguono sulla stessa linea. L’immagine dell’uomo viene studiata attraverso le associazioni oniriche, fino a che l’artista arriverà a scomporsi e ricomporsi arrivando a perdere completamente il concetto di forma.

Continua l’esplorazione …

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C.C.

Fonti: Il ritratto, a cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano, 2000

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