
Ecco una tipologia di persona che intreccia la propria vita con il bello e con la storia dell’arte.
Il dandy prese forma nell’Inghilterra della Reggenza, nei primi decenni del XIX secolo. La Reggenza fu un periodo della storia d’Inghilterra tra il 1811 e il 1820 corrispondente alla fine dell’Era georgiana. Figura chiave per la nascita del dandismo fu George Brummel. Ma di chi si tratta? A dire il vero Brummel non fu un artista, né uno scrittore o un filosofo dedito alle riflessioni sul bello e sull’arte. In Brummel prese vita, fin dai tempi dei suoi studi a Eton, l’amore per la bellezza e per l’eleganza nel vestire. Un gusto per la semplicità unito a una certa ironia e a una voglia di distinguersi anche con azioni provocatorie. Abituato a vivere negli agi e nel lusso, Brummel morì di sifilide a 62 anni, caduto ormai in miseria e ricoperto dai debiti.

Certo si può dire che visse la sua vita a pieno, plasmandola come un’opera d’arte e in un certo senso già qui c’è un punto chiave del dandismo. In seguito nel periodo della Restaurazione e con la monarchia di Luigi Filippo il dandismo uscì dai confini inglesi per sbarcare in Francia. Qui influenzò uomini di mondo, poeti e scrittori di successo. Divennero teorici di questo movimento culturale Charles Baudelaire e Jules-Amedee Barbey d’Aurevilly.
A questo proposito Baudelaire scrisse:
L’idea che l’uomo si forma del Bello si imprime in tutto il suo abbigliamento, sciupa o stira il suo vestito, arrotonda o irrigidisce il suo gesto e penetra anche sottilmente, a lungo andare, nei tratti del suo viso. L’uomo finisce per assomigliare a ciò che vorrebbe essere… Il dandismo è una istituzione vaga, bizzarra come il duello … Questi individui non hanno altro obbligo che di coltivare l’idea del Bello nella loro persona, di soddisfare le loro passioni, di sentire e pensare.
Alla fine dell’Ottocento il dandismo tornò di moda in Inghilterra, dove divenne lo stile di vita di personalità come Oscar Wilde e il pittore Aubrey Beardsley. Beardsley ebbe molta importanza negli ambienti teatrali all’epoca di Oscar Wilde e realizzò opere in stile giapponese che in quegli anni conobbe un vero e proprio successo. Sono celebri di questo artista le illustrazioni in bianco e nero realizzate per opere come Salomè.
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E in Italia? In Italia il dandy per eccellenza può essere riconosciuto nello scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico e giornalista Gabriele D’Annunzio. In D’Annunzio il dandismo si manifestò come bellezza nel realizzare atti eroici, ma in altri casi si delineò come un cattolicesimo tradizionalista, in opposizione al mondo moderno. Un ritorno quindi a cerimonie sontuose e ormai dimenticate, un ritorno ai fasti della cristianità bizantina.

Il dandismo in soldoni …
Ma quindi, in soldoni, quali sono le caratteristiche del dandismo? Il dandismo in generale incarna uno spirito contrario ai pregiudizi e ai costumi correnti quindi può assumere in effetti forme diverse. Per questo motivo diversi dandy scelsero l’omosessualità, che all’epoca non era tollerata e addirittura punita dalla legge. L’arte viene applicata alla vita che così si modella come esempio trionfante di bellezza. Insomma il dandismo è per certi versi un fenomeno di costume, manifestazione in parte della società borghese e dei suoi valori. La bellezza come costume, come obiettivo nel plasmare una vita ad arte.
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui