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Josephin Peladan, l’intellettuale del simbolismo

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Josephin Peladan, l'intellettuale del simbolismo
Josephin Peladan
Marcellin Desboutin, ritratto di Josephin Peladan

Josephin Peladan, figura poco conosciuta, non fu un artista, ma fu fondamentale per la creazione del movimento simbolista. Josephin nacque il 28 marzo del 1858 a Lione in una famiglia immersa nell’alchimia, nel magnetismo, nell’arte, nelle scienze e nell’esoterismo cattolico. Nel 1884 scrisse un romanzo costellato di temi collegati alla tradizione rosacrociana e all’occultismo: Le vice suprème. Lo scritto accese l’interesse del poeta Marchese Stanislas de Guaita, e l’incontro di questi due personaggi fu all’origine della scelta di riorganizzare la fratellanza rosacrociana. Si tratta di un celebre ordine segreto cristiano, di cui abbiamo le prime tracce nella Germania del XVII secolo. Nel 1890, toltosi dal sodalizio iniziale a cui aveva partecipato anche Papus, famoso fisico e occultista, Peladan creò l’Ordine cattolico della Rosa e della Croce, divenendone il capo indiscusso con l’appellativo di Sâr Peladan.

Josephin Peladan
Alexandre Seon, ritratto di Josephin Peladan

I Salon dei Rosacroce

Peladan però non si fermò qui. Aveva bisogno di una vetrina per diffondere le proprie idee e raccogliere nuovi adepti. Proprio per questo motivo nacquero i Salon dei Rosacroce, che egli pianificò anche con lo scopo di diffondere un’arte riformata. Al primo Salon venne pubblicato un manifesto estetico e un regolamento che nei primi due articoli dichiarava le finalità dell’evento. Nel primo è scritto che “l’Ordine della Rosacroce del Tempio dà vita all’ Estetica della Rosacroce e il suo scopo è ripristinare in tutto il suo splendore il culto dell’Ideale, con la TRADIZIONE come fondamento e la BELLEZZA come mezzo”. Nel secondo “il Salon dei Rosacroce intende distruggere il realismo, riformare il gusto latino e creare una scuola d’arte idealista”.

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A questo manifesto seguì un elenco di personalità invitate a partecipare da Peladan stesso e che noi useremo per partire nell’esplorazione del movimento simbolista. Puvis de Chavannes, Dagnan-Bouveret, Merson, Henri Martin, Aman, Odilon Redon, Knopff, Point, Seon, Filiger, de Eguzsquiza, Anquetin. Gli scultori Dampt, Marquet de Vasselot, Pezieux, Astruc, il compositore Erik Satie. Più gli inglesi Burne-Jones, Watt e altri preraffaelliti, ed i tedeschi Lenhbart e Bocklin.

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Dal 1892 al 1897 furono allestiti regolarmente saloni artistici rosacrociani a Parigi, incentrati sull’arte preraffaellita e simbolista. Ma se la prima suscitò molto interesse di pubblico e di visitatori, presto il fenomeno si spense. Già alla quinta edizione si era passati a soli 30 artisti partecipanti. Il numero di simbolisti riconosciuti si era ridotto in rapporto al gruppo iniziale e con la sesta edizione si chiuse questa esperienza. Malgrado le difficoltà e le defezioni subite dai Salon dei Rosacroce, il simbolismo non sarebbe stato conosciuto e riconosciuto in Francia senza l’opera divulgatrice di quelle sei esposizioni e l’intenso proselitismo praticato dal loro ideatore, Josephin Peladan.

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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti 

C.C.

Fonti: Il Simbolismo, da Moreau a Gauguin a Klimt, a cura di Genevieve Lacambre, Ferrara Arte Editore, Ferrara, 2007

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