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La Gorgone e gli Eroi e Giulio Aristide Sartorio

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Giulio Aristide Sartorio, La Gorgone e gli Eroi
Giulio Aristide Sartorio, La Gorgone e gli Eroi
Giulio Aristide Sartorio, La Gorgone e gli Eroi
Giulio Aristide Sartorio, La Gorgone e gli Eroi, 1890–1899, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma

E il viaggio tra i simbolisti continua … con Giulio Aristide Sartorio.
Grande pittore italiano, nacque in una famiglia di artisti, allievo del padre Raffaele e del nonno Girolamo, entrambi scultori e pittori di origine novarese, trasferitisi a Roma. Nonostante ciò Aristide si staccò dall’influenza dei suoi maestri, studiando e copiando affreschi, mosaici, quadri e statue nelle chiese e nei musei romani. Si iscrisse all’Accademia di belle arti di Roma, ma non gli interessarono mai gli insegnamenti accademici e per questo motivo studiò soprattutto da autodidatta. Alternò viaggi in Europa con le frequentazioni dei circoli letterari romani. Intorno al 1880 iniziò l’attività critica su giornali e riviste e divenne amico di Gabriele D’Annunzio.

Dal 1882 cominciano ad arrivare i primi successi di critica e pubblico. Prima con l’opera Malaria che gli porta visibilità, poi nel 1889, a Parigi, espone i Figli di Caino con largo successo. Vinse addirittura la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi. In questo periodo l’artista passa da uno stile decorativo d’ascendenza liberty, a uno stile più attento ai dettagli e al disegno. Dopo un viaggio in Inghilterra, dal 1895 al 1900 diventa insegnate all’Accademia di Weimar, occupando la cattedra che precedentemente era appartenuta a Bocklin. In questi anni prosegue la sua attività di pittore, critico e narratore entrando in contatto con i simbolisti tedeschi. Durante il soggiorno in Germania realizzò numerosi studi di animali e paesaggi e portò a termine il dittico Diana d’Efeso e gli schiavi e La Gorgone e gli eroi. Due splendide opere che presentò alla Biennale veneziana del 1897.

La Gorgone e gli Eroi

E su quest’opera carica di enfasi drammatica, che amo particolarmente, mi vorrei soffermare.
Gli artisti del tempo, spesso delusi dalla politica, si rifugiarono nel mito, come nel caso di questo dipinto. In questo quadro Sartorio rappresenta la bellezza in chiave decadentista, bellezza che è vita e morte, che degli uomini non si cura e li annienta. I corpi a terra rappresentano le etnie umane dormienti con in mano i simboli della forza e della potenza degli uomini: un serpente, una corona, un randello. Le figure sono rappresentate in maniera molto realistica inserite in una natura primordiale, confusa e liquefatta.

Al 1900 risale un’altra opera sensuale e misteriosa. Su una superficie verde d’acqua Aristide ambienta la scena di Sirena o Abisso verde nel quale la creatura mitologica attira a sé uno sfortunato pescatore. Splendido dipinto simbolista che ha tutte le caratteristiche di un sogno. Dopo il ritorno a Roma, intensifica la sua attività di paesaggista nella campagna laziale e nelle paludi pontine e a queste opere forse oggi è legata la sua fama maggiore. Ma in realtà c’è una commissione pubblica importantissima per questo artista. Tra il 1908 e il 1912 decora l’aula della Camera dei Deputati a Montecitorio, celebrando la storia d’Italia dai Comuni al risorgimento.

Giulio Aristide Sartorio, La Gorgone e gli Eroi
Giulio Aristide Sartorio, Sirena o Abisso verde

Sartorio continua nel frattempo a dedicarsi all’insegnamento all’Accademia di belle arti fino al 1915. Poi partecipa volontario alla grande guerra. Al suo ritorno, realizza un film Il mistero di Galatea, e s’impegna sempre più nell’attività di critico e di poeta. Realizza altri due film: San Giorgio, nel 1921, e Il sacco di Roma. Infine decora la nuova Cattedrale di Messina. Artista eclettico che ha saputo unire l’eleganza Liberty al mistero del simbolismo, ma anche scrittore del poema drammatico Sibilla, è stato un po’ dimenticato. Forse a segnarlo negativamente è stata la sua sottoscrizione, nel 1925, del “Manifesto degli intellettuali del Fascismo”. Ma forse è giunto il tempo di riscoprirlo. Si spense a Roma il 3 ottobre 1932 e venne sepolto nella chiesa di San Sebastiano fuori le mura.

Scopri di più …

Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti 

C.C.

Fonti: Il Simbolismo, da Moreau a Gauguin a Klimt, a cura di Genevieve Lacambre, Ferrara Arte Editore, Ferrara, 2007

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