
Non so bene il perché, ma pensando al 2013 mi è venuto in mente questo quadro. Provo a darmi delle spiegazioni. Forse per l’incertezza del futuro che ci attende, per quel senso di impotenza inquietudine e precarietà che molti di noi stanno vivendo, ma anche per la speranza di un porto sicuro che potrebbe celarsi dietro la nebbia al di là delle rocce.
Il viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich (Der Wanderer über dem Nebelmeer) è un dipinto ad olio su tela realizzato nel 1811 ed è forse il quadro più famoso del pittore, perché in quest’opera si avverte immediatamente la poetica del pittore, traducibile nel sublime, nel senso di una natura immensa e potente, cardine del sentire romantico. Viene così ritratto di spalle un uomo, il viandante solitario, la cui posizione evoca proprio la parte inconscia e nascosta dello stesso. La mancanza di vegetazione sottolinea l’assenza di posti accoglienti, il tutto trasmette un senso di inquietudine.
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Le rocce, nere e inospitali, che spuntano fuori dalla nube di nebbia, che sembra quasi lo stesso vapore che sprigiona la terra dal suo interno, ci riporta ad immaginare un paesaggio primordiale. Il dipinto ci permette di capire quanto è piccola la dimensione umana rispetto alla natura. Il punto di vista è posto all’altezza della testa del personaggio ed è come se si guardasse il paesaggio dall’alto. Colui che osserva il quadro deve provare le stesse sensazioni che prova lo stesso viandante, in quanto è nella stessa sua dimensione, quella umana.
Buon 2013
Buon 2013 a tutti voi viandanti e che il dipanarsi delle nebbie del futuro vi porti quello che desiderate.
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui