
Grazie agli insegnamenti del padre intagliatore, Edward Burne-Jones imparò presto le prime nozioni e le tecniche del disegno, rivelando grandi doti. All’età di undici anni cominciò a seguire i corsi serali della Government School of Design. In seguito frequentò la Birmingham School of Art dal 1848 al 1852, anche se poi entrò nel collegio Exeter di Oxford per studiare teologia e intraprendere la carriera sacerdotale. A Oxford strinse amicizia con il decoratore William Morris, con cui condivise la comune passione per la poesia. Fu proprio questa passione a spingerli a fondare una piccola società letteraria chiamata The Brotherhood.
Sarà l’inizio di un sodalizio con Morris, destinato a durare per tutta la vita. Inoltre rivestì una notevole importanza per la carriera di Jones, la conoscenza diretta di Dante Gabriel Rossetti, fondatore del gruppo preraffaellita, e la collaborazione alla rivista Oxford and Cambridge Magazine fondata da Morris nel 1856. Lo stesso anno Burne-Jones, dopo la scoperta delle opere dei preraffaelliti, decise di abbandonare gli studi teologici per dedicarsi interamente all’attività artistica. Rossetti gli diede qualche lezione informale ed egli frequentò un corso di disegno dal vero, ma nonostante ciò Burne-Jones restò un autodidatta.

Creatore di opere tra fiaba e sogno
Viaggiò molto e soggiornò dapprima in Francia assieme a William Morris e poi in Italia, a Firenze, Pisa, Siena e Venezia con l’amico scrittore e poeta John Ruskin. Pochi artisti hanno saputo creare come lui atmosfere sospese tra la fiaba e il sogno. Da una fonte di ispirazione particolare come era la pittura italiana del Quattrocento, ricomposta e mescolata con il gusto romantico, i suoi principali soggetti tratti dalla mitologia classica, nordica e medievale, furono sempre trasposti in ambienti affascinanti. Le sue opere ci trasportano in mondi tra il sogno e la realtà in un’atmosfera sospesa, in cui il raffinato virtuosismo delle forme anticipò le linee dell’Art Nouveau. Eseguì inoltre disegni per libri in collaborazione con l’amico William Morris, schizzi per vetrate e arazzi.
Forse le opere che meglio rappresentano la sua poetica sono quelle della serie de La bella addormentata. Soggetto che fu realizzato dal pittore in tre serie diverse, nel corso degli anni. La genesi di questo ciclo è legata al ricco uomo d’affari e collezionista di opere del Quattrocento italiano, William Graham, che fu il più importante mecenate di Burne-Jones. Queste tele straordinariamente fantasy vennero concepite per trasfigurare le scene della fiaba in immagini metaforiche della lotta tra il bene e il male.

All’apice della fama Burne-Jones ricevette nel 1894 il titolo di baronetto.
La morte lo sorprese nel 1898 mentre era impegnato nel suo ultimo progetto per un arazzo. La reputazione di Burne-Jones scemò dopo la sua morte e fu solo negli anni Sessanta del Novecento che la sua opera venne riconsiderata. La miglior raccolta si questo artista la potete ammirare presso la piccola City Art Gallery di Birmingham. Qui potete immergervi nel modo fantastico sospeso tra sogno e fiaba che Burne-Jones seppe creare. Le sue idee sulla pittura di questo artista possono essere riassunte nella frase:
Per me un dipinto è un bellissimo sogno romantico, di qualcosa che mai è stato e mai sarà, in una terra che nessuno può definire o ricordare, ma solo desiderare.
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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti
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C.C.
Fonti: Il Simbolismo, da Moreau a Gauguin a Klimt, a cura di Genevieve Lacambre, Ferrara Arte Editore, Ferrara, 2007