Continua l’esplorazione del Simbolismo con un nuovo artista: Emile Fabry.
Nato a Verviers nel 1865, dopo aver scoperto nel 1881, all’età di sedici anni, il museo di belle arti di Liegi, Emile Fabry decise di dedicarsi alla pittura, ma solo nel 1885, terminato il servizio militare, si iscrisse all’Accademia di Bruxelles. Aderì a movimenti dissidenti come il circolo “Pour l’Art” di Bruxelles e il Salon parigino dei Rosacroce, dove presentò cinque opere a partire dal 1893. In questi quadri l’artista diede ampio risalto alla figura umana, che descrisse sinteticamente per volumi usando colori irreali, e inserendola in paesaggi costruiti su giochi di curve.
Nel 1896 Fabry aderì al Salon d’Art idealiste fondato da Delville. A partire dal 1898 gli furono affidate numerose commissioni per la decorazione di residenze private progettate da Victor Horta. Dal 1900 al 1939 ebbe una cattedra all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles, dove dedicò un corso all’antico e alla natura, un tema che affiorò nella pittura di quel periodo, la quale va allontanandosi dalla sfera ideale per accostarsi al pragmatismo. Da quel momento la carriera di Fabry acquistò una dimensione internazionale e fu costellata di riconoscimenti. L’artista si spense nel 1966 più che centenario dopo che il comune di Woluwe-Saint-Pierre gli aveva dedicato un’importante retrospettiva.
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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti
C.C.
Fonti: Il Simbolismo, da Moreau a Gauguin a Klimt, a cura di Genevieve Lacambre, Ferrara Arte Editore, Ferrara, 2007.