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Filippo Lippi: religiosità e sentimento

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Filippo Lippi: religiosità e sentimento
Filippo Lippi
Filippo Lippi, Madonna col Bambino e due angeli

Quando penso a una possibile immagine della Madonna (io non sono credente) sicuramente mi vengono alla mente le giovani donne di Filippo Lippi, dolci e materne. Fra’ Filippo Lippi, nato a Firenze attorno al 1406, è un esponente tra i più importanti del primo rinascimento. Non si sa con chi e dove si formò, ma le influenze di Masaccio, Donatello e Beato Angelico sono evidenti. Dapprima formatosi in un ambiente ancora permeato dal gusto gotico, Filippo seppe cogliere quanto si compiva sotto i suoi occhi nella cappella Brancacci all’interno della chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze. Qui, accanto alle ultime raffinatezze gotiche di Masolino, si affermava il nuovo stile di Masaccio.

Filippo era frate nel convento del Carmine a Firenze proprio mentre Masaccio dipingeva le Scene della vita di san Pietro nella cappella Brancacci. Ben presto però lasciò il convento, conducendo una vita avventurosa. Secondo le Vite di Vasari le storie movimentate sul suo conto sono molte, anche se nel corso del tempo la maggior parte di queste sono state smentite. Nel 1434 Filippo è a Padova, ma nulla resta di sicuro di questa sua attività nel Veneto. Non sembra, del resto, che egli fosse ancora in grado d’introdurvi con autorità l’arte nuova, ciò che, al contrario, Donatello potrà fare qualche tempo dopo, grazie ai suoi dieci anni di soggiorno padovano. Tornato a Firenze, Filippo si interessò sia alle caratterizzazioni donatelliane sia ai dettagli di gusto fiammingo. Inoltre, in questa fase diventerà sempre più evidente l’influsso dell’Angelico, attraverso una tavolozza più chiara e luminosa.

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Intorno al 1452 Filippo si spostò da Firenze a Prato, dove cominciò a lavorare ad un grande ciclo di affreschi per la cattedrale. Il lavoro fu terminato solo nel 1466 e riflette tutta la maturità dello stile dell’artista caratterizzato da una gamma cromatica chiara e raffinata e dall’eleganza delle figure. Nel 1456, mentre dipingeva all’interno del duomo di Prato, spinse una giovane novizia, Lucrezia Buti, a fuggire con lui. I due vissero con la sorella di lei e altre monache. Da questa unione, in seguito legalizzata da Pio II, che sciolse dai voti i due fuggitivi, nacquero due figli: Filippino, destinato anch’egli a diventare pittore e Alessandra.

Filippo Lippi
Filippo Lippi, ritratto di donna con un uomo al davanzale

Ma al di là delle vicende rocambolesche della sua vita privata, sono molti gli aspetti sorprendenti della sua arte che in effetti riserva alcuni record. Filippo fu infatti uno dei primi artisti italiani del rinascimento a realizzare dei ritratti, raggiungendo una grande raffinatezza. Lo possiamo vedere ad esempio nel Ritratto di donna con un uomo al davanzale, il primo ritratto italiano con un paesaggio a far da sfondo, e il primo doppio ritratto nell’arte italiana. L’ombra ben definita proiettata dall’uomo sulla parete probabilmente si riferisce alle parole di Plinio che fissò l’origine della pittura nel tracciamento dei contorni di un’ombra proiettata.

Filippo Lippi
Filippo Lippi, pala Barbadori

Le qualità dell’arte di questo pittore le possiamo ritrovare anche nello straordinario Madonna col Bambino e i santi Frediano e Agostino, conosciuta anche come Pala Barbadori. La luce soffusa di spande ovunque, creando zone di ombra sfumata e dando al dipinto un senso di materialità atmosferica. Ma quando pensiamo a Filippo Lippi dobbiamo anche pensare alle sue madonne con bambino. Da questo punto di vista l’apice della sua arte è toccato nella celeberrima pala della Madonna con il Bambino e due angeli conservata agli Uffizi. È una delle ultime opere dell’artista, fonte di infinite variazioni da parte della pittura fiorentina del secondo Quattrocento.

Filippo Lippi

La morte dell’artista

L’artista morì a Spoleto nell’ottobre del 1469. In questa città, con Filippino ancora ragazzo, si era recato a dipingere le Scene della vita della Vergine del coro della cattedrale. La serie di affreschi rimasti incompiuti furono poi completati dal figlio che ne raccolse il testimone di pittore. Filippo Lippi fu uno dei primi in Italia a inserire dettagli dell’arte fiamminga nelle proprie opere e in questo ebbe molta fantasia e originalità. Importantissima fu la sua influenza su un altro grande del rinascimento che si formò nella sua bottega come allievo: Sandro Botticelli.

Nessuno lo superò nel suo tempo, e soltanto pochi nel nostro.
Giorgio Vasari

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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