Oggi vi propongo un illustratore e scrittore molto particolare e poco conosciuto: Alfred Kubin. Kubin nacque in Boemia, una regione storica che oggi occupa i due terzi della Repubblica Ceca, nella città di Leitmeritz, che all’epoca faceva parte dell’Impero austro-ungarico. Dal 1898 al 1901 studiò alla scuola d’arte Schmitt Reutte e all’Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera, alloggiando nel quartiere più bohémienne della città. Pittore, disegnatore, illustratore e scrittore, Kubin in realtà produsse pochi quadri a olio negli anni tra il 1902 e il 1910. Poi si concentrò esclusivamente sulla creazione di disegni a inchiostro, acquerelli e litografie.
Nel 1912 si unì al gruppo Blaue Reiter che raccoglieva una serie di artisti espressionisti, ma in realtà lo interessarono questioni diverse da quelle portate avanti da chi ne faceva già parte prima del suo arrivo. In questo periodo ebbe modo di conoscere Kandinsky, Gabriele Münter, August Macke, Marianne von Werefkin, Alexander Jawlenski, Marc e Klee. Per questa sua adesione al gruppo di Monaco, viene considerato un esponente dell’espressionismo, ma si distinse presto per il suo stile originale, dalle fantasie scure, spettrali e simboliche.
Kubin realizzò anche le illustrazioni per lavori di Edgar Allan Poe, E.T.A. Hoffmann, Fyodor Dostoevsky e altri. Ma non solo, come Oskar Kokoschka e Albert Paris Gütersloh, Kubin ebbe anche un talento letterario. Scrisse infatti vari libri, tra i quali il romanzo Die Andere Seite (L’altra parte, 1909) forse è il più noto e ritenuto il prototipo di letteratura espressionista.
Si ritirò poi in un castello del XII secolo a Zwickledt, dove visse una vita molto riservata dal 1906, fino alla sua morte avvenuta il 20 agosto 1959. Dichiarata “arte degenere” dal regime nazista, l’opera straordinaria di Kubin ottenne molti riconoscimenti, tra cui il Great Austrian State Prize nel 1951 e l’Austrian Decoration for Science and Art nel 1957. In Italia i suoi lavori vennero presentati per la prima volta in occasione della Biennale di Venezia del 1951.

Un artista che sfugge a tutte le etichette
L’arte di Alfred Kubin è difficilmente inquadrabile. Sicuramente è tra i più inquietanti e misteriosi illustratori del Novecento. La sua opera mostra un certo gusto per il morboso e il fantastico, insieme a una satira sociale molto pessimista. L’immaginario di questo artista è lo specchio di un’infanzia difficile e traumatica segnata da un tentativo di suicidio sulla tomba della madre nel 1896 e da un crollo psichico dopo la morte della fidanzata nel 1903. Lo stile di Kubin si colloca al punto di convergenza tra simbolismo, espressionismo e surrealismo. Nei suoi disegni ci conduce in un universo popolato da allucinate visioni crepuscolari e notturne. Spesso con l’opera di Kubin ci sembra di vivere un incubo grottesco, in cui siamo circondati da figure simboliche, fantastiche e demoniache. Il tema della morte è molto ricorrente e si vocifera che gli piacesse guardare le salme che venivano ritrovate nel fiume.

Questo artista sa condurci in un mondo parallelo dove le proporzioni sono spesso stravolte: la figura umana è al centro della sua arte, torturata, strappata e danneggiata quasi a voler rappresentare una metafora del tormento e del dolore. Ma il disagio che Kubin ci fa provare, nel guardare le sue opere, è principalmente mentale. Come un abile burattinaio mette in scena una specie di teatro dell’anima dove giganti orribili si aggirano per lande desolate, dove gli animali hanno sempre un aspetto mostruoso e dove gli istinti sessuali si macchiano di nero e di sangue.
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A Kubin bastano dei piccoli segni a penna per generare opere surreali e spiazzanti, che solo la parte più oscura del nostro inconscio potrebbe generare, rispecchiando in maniera precisa il pensiero perturbante di Freud. Anche per questo forse la sua influenza sui surrealisti fu fondamentale. Più passano gli anni e maggiore è la sicurezza di quanto l’arte di Kubin sia stata avanti nel tempo. Non solo i suoi disegni erano in anticipo rispetto alla società in cui visse, influenzandone l’immaginario collettivo, ma guardandoli oggi non sono invecchiati per niente, continuando a trasmetterci la loro inquietudine.
Per chi è interessato ad approfondire l’argomento o a vedere altre immagini vi consiglio il sito completamente dedicato ad Alfred Kubin http://alfred-kubin.blogspot.it/
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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
Ricordo di avere visto molti suoi disegni come illustrazioni di varie fiabe..
Come sempre grazie Christian!