
Gaetano Previati, nacque a Ferrara il 31 agosto 1852.
Di estrazione piccolo borghese, studiò presso la Scuola di belle arti di Ferrara, dove fu allievo di Gerolamo Domenichini e di Giovanni Pagliarini. Chiamato sotto le armi a Livorno tra il 1873 e il 1876, si spostò l’anno successivo a Firenze e frequentò saltuariamente lo studio di Amos Cassioli. Nel 1877 si trasferì a Milano per iscriversi all’Accademia di Brera, divenne allievo di Giuseppe Bertini e ne frequentò il corso di pittura fino al 1880.
Gli esordi di Previati furono segnati da una pittura legata al romanticismo storico e alla sua letteratura. Il superamento delle esperienze neoromantiche si accompagnò ai primi contatti, a Milano, con l’ambiente della Scapigliatura Lombarda e soprattutto all’amicizia con l’architetto e pittore Luigi Conconi. Tali stimoli si riflettono nella scelta di nuovi filoni tematici, in cui il gusto orientaleggiante si coniugò con suggestioni decadenti.
La sintonia di Previati con una cultura volta all’indagine della dimensione notturna, del sogno e del mistero, è confermata dalla sua conoscenza di un testo chiave in quest’ambito. I Racconti di Edgar Poe, che illustrò tra il 1887 e il 1890. Nel 1889 conobbe Vittore Grubicy de Dragon, pittore, incisore e critico d’arte, che lo introdusse nell’ambiente divisionista. Inoltre divenne mecenate e mercante esclusivo di Previati dal 1898, liberando l’artista da problemi economici piuttosto seri. In quegli anni strinse amicizia con Giovanni Segantini e subì il fascino del preraffaellismo, in particolare delle opere di Dante Gabriel Rossetti.
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Esordì alla Triennale di Brera del 1891 con la discussa Maternità, opera con cui Previati formulò una proposta molto originale e innovativa circa gli sviluppi del tema sacro in ambito simbolista. Eseguito con tecnica divisionista, il dipinto accentuò il carattere spirituale del soggetto, dissolvendone la forma, attraverso lunghi filamenti colorati e luminosi. Incompresa a Milano, la tela gli valse l’invito a Parigi al Salon della Rosacroce nel 1892, esperienza che lo mise a confronto col simbolismo europeo. Entrò quindi in contatto con il gruppo esoterico parigino dei Rosacroce di Josephin Peladan. Gruppo che si interessa anche alla scienza, alla cultura ed all’arte, che rafforzano in lui le tendenze decadenti e mistico-esoteriche.

Tramite Grubicy, Previati entrò in contatto anche con la cultura inglese e in particolare con le teorie estetiche di Ruskin, la cui eco ispira numerose composizioni. Della sua vasta attività grafica è indicativa l’illustrazione dei Promessi Sposi. Impresa di grande impegno avviata nel 1891, ma divenuta ufficiale solo nel 1896, data in cui l’artista vinse il concorso nazionale per la nuova edizione Hoepli dell’opera. In questo periodo iniziarono i primi soggiorni del pittore in Liguria, a Lavagna, in coincidenza dei quali la sua tavolozza si arricchì di nuovi accordi cromatici.
Una consistente presenza di opere di Previati alla Mostra di Arte Sacra di Lodi nel 1901, ne aumentò la notorietà come autore di soggetti sacri. Alberto Grubicy, il padre di Vittore, ne sollecitò la partecipazione alle principali manifestazioni artistiche europee. Nel 1902 alla Secessione di Berlino e alla Collettiva al Palazzo delle belle arti di Milano, nel 1905 alla Quadriennale di Monaco dove venne premiato con medaglia d’oro. Alla Biennale veneziana del 1907 realizzò con altri artisti l’ambizioso progetto della “Sala del Sogno” e, in quello stesso anno, partecipò alla mostra divisionista organizzata da Alberto Grubicy a Parigi.
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Fra le opere di Previati dell’ultimo periodo compaiono nature morte e paesaggi marini, come per segnare un recupero dell’esperienza naturalistica. Esperienza filtrata attraverso le elaborazioni idealistico-astratte del decennio precedente. Ma l’artista non si limitò solo alla pittura. Un’importante attività di teorico e trattatista si affiancò, e per certi aspetti superò, quella della pratica artistica.
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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui