Gustave Moreau, il visionario

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Gustave Moreau

L‘artista Gustave Moreau nacque a Parigi il 6 aprile 1826 in una ricca famiglia borghese. Figlio di un architetto, venne incoraggiato dai familiari a intraprendere gli studi artistici. Nel 1846 fu ammesso all’Ecole des beaux-arts, dove frequentò lo studio del pittore di formazione neoclassica François Picot. Le sue prime opere mostrano le influenze di Eugene Delacroix e Theodore Chasseriau. Lungo l’arco della sua carriera tenne sempre come riferimento costante la tavolozza di questi artisti. Moreau si dedicò anche all’arte classica e per lui non fu facile trovare un punto di equilibrio con il romanticismo.

Il suo interesse per il classicismo fu rafforzato da un viaggio in Italia nel 1841, seguito da un soggiorno di due anni nel 1857, che gli permise di studiare i lavori degli antichi maestri. Moreau però andò molto oltre a tutte le sue fonti d’ispirazione, sviluppando uno stile altamente personale sia per i soggetti che per la tecnica. I suoi quadri rappresentano generalmente intense immagini mistiche, trattate con una straordinaria sensualità. Il colore è impastato con materiali preziosi, simile a gioielli. Spesso i soggetti sono religiosi o mitologici, ma talvolta evocano più vagamente antiche civiltà estinte.

Gustave Moreau, il visionario
Gustave Moreau, Edipo e la Sfinge, particolare

Gli ideali intellettuali ed estetici di Moreau si riflettono bene nel suo dipinto Edipo e la Sfinge che vinse una medaglia al Salon di Parigi. Alla fine degli anni Sessanta il suo stile modificò, in parte per il calo di popolarità delle sue opere presso il grande pubblico. Si volse quindi verso il barocco, risentendo dell’influenza di Rembrandt. Iniziò a ritrarre in diversi modi il soggetto della donna fatale. Nonostante abbia avuto un certo successo al Salon, Moreau era fortemente sensibile alle critiche e per molto tempo non espose le sue opere. Non aveva bisogno di vendere i suoi quadri dato che disponeva di mezzi personali e trascorse la maggior parte della sua vita in solitudine.

Sono letteralmente sopraffatto da un’irresistibile attrazione per l’astratto.

Gustave Moreau

Gustave Moreau
Gustave Moureau, Orfeo sulla tomba di Euridice

Nonostante ciò, i quadri di Gustave Moreau divennero famosi, in parte perché venivano molto apprezzati dai principali scrittori del tempo. Una lunga descrizione delle sue opere la troviamo nel racconto di J.K. Huysmans, A ritroso, uno dei testi chiave del movimento simbolista. Gustave Moreau fu uno dei precursori del movimento simbolista, anche se verso la fine della vita si dissociò dalle opere dei simbolisti più giovani. Moreau sviluppò un linguaggio visuale basato su una combinazione di precedenti classici, colori romantici, dettagli decorativi ed elementi fortemente simbolici. Ma ciò su sui si concentrava maggiormente era il contenuto intellettuale dei suoi dipinti.

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Nel 1892 Moreau divenne professore all’Ecole ded Beaux-Arts e mostrò di essere un’insegnante illuminato, che cercava di far venire alla luce i talenti individuali degli allievi anziché cercare di imporre loro le proprie idee. Tra i suoi discepoli, Rouault divenne il primo curatore del Museo Moreau di Parigi, la casa dell’artista, che Moreau donò alla nazione alla sua morte e che conserva gran parte della sua produzione. Nell’ultima parte della sua vita, quando godeva già di un considerevole successo, dipinse soprattutto opere di piccole dimensioni a olio e ad acquerello, rivisitando alcuni soggetti dei suoi inizi. Moreau lottò tutta la vita perché la sua arte esprimesse concetti e confrontasse le opposte polarità dell’esistenza. Vi lascio con poche parole scritte dallo stesso Moreau, sognatore con la purezza di cuore di un bambino.

Sono così portato ai sogni, alle fantasmagorie dell’immaginazione, che mi accosto a ogni lettura o racconto di usi e civiltà lontane o scomparse con una purezza di cuore e un’istintiva ingenuità, tali da farmi sentire un bambino. Com’è possibile amare, capire o sognare l’India, le foreste del Nuovo Mondo, gli incredibili arcipelaghi dell’Oceano Orientale e la flora antidiluviana dell’Africa centrale, con uno spirito scettico e incredulo o, ancor peggio, con una pretenziosa e dotta disposizione al paradosso? Li conosco questi amanti dell’India, culla della civiltà, che fanno la prima colazione con Budda, il pranzo con Siva e la cena con Bida. Oh, sogno dei presuntuosi, dei dotti, degli insensibili, degli uomini di partito.

G. Moreau, Note e aforismi, s.d.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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