Victor Prouvé, piccola guida per conoscere l’artista

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Victor Prouvé
Victor Prouvé, la partenza del soldato

Il viaggio nel ➡simbolismo continua con il francese Victor Prouvé.
Figlio di un disegnatore che lavorò per la fabbrica di ceramiche gestita dal padre di Emile Gallé, Victor Prouvé nacque a Nancy nel 1858.
Molto presto mostrò una forte predisposizione e un dono per il disegno.
Da studente si recò a Parigi per frequentare il corso presso l’Ecole Nationale des Beaux-Arts.

È proprio al Louvre che Prouvé subì un vero shock “estetico”: Veronese, Michelangelo e altri maestri guidarono la sua passione verso i contemporanei come Manet, Renoir e Degas. Iscritto presso la bottega di Cabanel, perfezionò la sua tecnica, ma la frequentazione di Puvis de Chavannnes lo segnò completamente. A 24 anni fece finalmente il suo debutto con il ritratto di Madame Galle e le sue figlie. Dopo una serie di ritratti (MySet Wiener, la violinista Louis Hekking) venne accolto con favore dalla critica.

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Nel 1888 scoprì i colori caldi della Tunisia, la cui luce lo affascinò letteralmente e gli permise di ridefinire la sua arte, che guadagnò in potenza. Di ritorno a Parigi lavorò instancabilmente per dei pannelli decorativi, come al Circolo dei Voluttuosi dell’Inferno di Dante. È in questo periodo che incontrò Emile Gallé, dodici anni più anziana di lui, con la quale aveva legato sin dai tempi in cui suo padre lavorava per la fabbrica di ceramiche di Saint Clément. Gallé gli commissionò progetti e vasi dando il via a un periodo ricco ed emozionante in cui il contributo di Prouvé fu fondamentale per quella che verrà poi chiamata Art NouveauGli vennero commissionati medaglioni per il grande salone dell’Hôtel de Ville de Nancy, che decorano la scalinata di Issy-les-Moulineaux, il soffitto della Prefettura di Meurthe-et-Moselle e soprattutto la decorazione eccezionale per la Sala del Municipio del XI arrondissement di Parigi.

Victor Prouvé
Victor Prouvé, ritratto di Emile Galle

Prouvé viaggiò in Gran Bretagna dove conobbe i colori freddi e melliflui delle alghe della costa atlantica. È qui che cominciò a dedicarsi all’incisione.
Scultore, rilegatore, incisore, orafo non c’è nulla che le mani di Prouvé non seppero lavorare, limare e scalfire. Questi anni di maturità sono anche quelli in cui si mise in discussione, a volte per la riduzione o la rassegnazione e accettò, anche per ragioni economiche, la direzione della Ecole Nationale des Beaux-Arts di Nancy.
Morì a Setif, dove aveva raggiunto sua figlia, nel 1943.

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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti

C.C.

Fonti: Il Simbolismo, da Moreau a Gauguin a Klimt, a cura di Genevieve Lacambre, Ferrara Arte Editore, Ferrara, 2007

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