
Ed ecco che tra le nebbie dell’esoterismo simbolista attraverso le quali stiamo cercando di navigare, avvistiamo Alexandre Seon.
Séon nacque nel 1855 in una famiglia di commercianti e visse un’infanzia tranquilla, immerso nella campagna francese che, con i suoi racconti popolari, stuzzicò la curiosità del giovane artista verso il fantastico. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Lione, fu ammesso all’Accademia di Belle Arti di Parigi, dove si trasferì nel 1877.
In quello stesso anno entrò nello studio di Henri Lehmann, dove divenne amico di Seurat, Alphonse Osbert e Pierre Puvis de Chavannes, di cui sarà anche allievo e assistente per dieci anni e la cui influenza sarà per lui decisiva. Dal 1879 partecipò a diversi Salon e presto divenne una figura importante all’interno del movimento simbolista. Verso la fine del secolo la sua tecnica subì un’importante evoluzione: con l’aiuto del critico e teorico Alhponse Germain, Seon cercò di raggiungere uno stile neo-impressionista che meglio rappresentasse le sue aspirazioni idealistiche, elaborando una teoria del simbolismo del colore. Seon è ad oggi considerato anche un pittore della Scuola di Lione, corrente artistica molto simile a quella preraffaellita d’Inghilterra.
L’incontro con i Rosa Croce
Nel 1901 fu allestita una sua personale alla galleria Georges Petit di Parigi. Il pittore morì nella capitale francese sedici anni dopo, nel 1917.

Una delle opere che qui vi presento è il Lamento di Orfeo, che ritengo sia uno dei dipinti maggiormente riusciti a Séon. Evocando questo mito secondo il quale il poeta, grazie alla sua arte, può accedere ai misteri in genere preclusi ai comuni mortali, Séon riduce gli elementi della sua composizione al minimo, facendo così prevalere l’idea sulla forma. Il paesaggio è desolato, privo di qualsiasi vegetazione, molto distante dai colori cangianti dell’isola di Bréhat alla quale si è ispirato. Mentre lo scenario circostante, in cui domina una tonalità rosata, è trattato in maniera piatta. Il corpo dell’eroe che giace disteso è l’unico elemento della composizione reso con modellato, in particolare nel drappeggio blu ricco di pieghe posto a coprire le gambe di Orfeo.
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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
Articolo affascinante che regala emozioni
Grazie 😉