
Dopo aver frequentato, a Limoges e a Parigi, le Scuole di arti decorative, nel 1888 entrò all’Académie Julian, dove incontrò Denis, Sérusier, Roussel, Bernard e Vuillard. L’influenza di questi artisti, in particolare di Sérusier, che gli trasmise le idee di Gauguin e del gruppo di Pont-Aven, unita alla sua vocazione decorativa ne fece uno degli esponenti più rigorosi dei Nabis.
Il gruppo, peraltro, nei primi anni del 1890 si riunì nello studio che Ranson divise con la moglie in boulevard du Montparnasse, soprannominato “Il Tempio”. Forse anche per il gusto di Ranson per i rituali e i linguaggi esoterici. Decoratore e ceramista, Ranson costruì anche, insieme a Denis e Lacombe, pupazzi per il teatro. Tra cui quelli per Ubu Roi, un’opera teatrale di Alfred Jarry che segue le avventure di Padre Ubu, capitano dei dragoni, ufficiale di fiducia di re Venceslao. La totale adesione al credo nabi da parte di Ranson lo spinse a dedicarsi all’arazzo e soprattutto al cartone, tecnica che consentì di annullare ogni effetto di profondità.

Il simbolismo che permea tutta l’opera di Ranson, è caratterizzato da un uso del colore piatto e dalla semplificazione delle forme che si risolve in arabeschi lineari, in cui è evidente l’influenza di Gauguin e dell’arte giapponese. Negli anni Novanta espose regolarmente al Salon des Indépendants. Nel 1908 fondò l’Accademia Ranson, forse la sua più significativa eredità, in un edificio di rue Joseph-Bara demolito nel 1968. Dopo la sua prematura morte, avvenuta nel 1909, la direzione dell’accademia fu assunta dalla moglie. Vi insegnarono gli artisti più vicini a Ranson, tra cui Sérusier e Denis.
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Ranson fu sempre affascinato dal vivo cromatismo di Paul Gauguin, adottando quel genere di colori nei suoi dipinti simbolisti. I temi religiosi ed esoterici ebbero una presa particolare sull’artista che spesso rappresentò streghe, soggetti legati al mondo della magia. Al mondo orientale, ed elementi della religione cristiana. Pur partecipando regolarmente alle Esposizioni dei pittori impressionisti e simbolisti, principalmente si dedicò all’arte decorativa, realizzando arazzi, pannelli e ceramiche.
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Questo post fa parte di un percorso attraverso il Simbolismo. Per scoprire i temi, gli autori e le opere di questo movimento affascinante e poco esplorato, segui l’etichetta #simbolismoesimbolisti
C.C.
Fonti: Il Simbolismo, da Moreau a Gauguin a Klimt, a cura di Genevieve Lacambre, Ferrara Arte Editore, Ferrara, 2007