
Continua l’esplorazione nel movimento del simbolismo.
Jan Toorop in origine Johannes Theodoor Toorop, nacque nel 1858 sull’isola di Giava (all’epoca colonia olandese), da genitori olandesi e vi trascorse tutta la prima infanzia. Giunto in Olanda frequentò le Accademie di Amsterdam (1880-81) e Bruxelles (1882), dove fu membro dei Venti; nel 1888 si stabilì all’Aja.
Dopo un primo avvicinamento alla tecnica impressionista, due viaggi in Inghilterra gli fecero conoscere l’arte di Blake e dei preraffaelliti, inoltre a Parigi i suoi contatti con Rops e Redon lo conquistarono alla poetica simbolista nell’alveo della quale Toorop maturò uno stile molto personale, sintetizzando le esperienze del momento, dal divisionismo di Seurat, al sintetismo di Gauguin. L’artista sarà al suo ritorno in Olanda l’esponente principale del simbolismo accanto a Thorn-Prikker. L’impronta essenzialmente grafica stilizzata e dagli effetti ricercati dei suoi lavori tradisce l’influsso di Beardsley e fa della sua pittura una delle matrici per le future stilizzazioni dell’Art Nouveau.
Toorop tornò dopo il 1900 a una poetica più semplice dove la lezione del neo-impressionismo si fuse con quella di van Gogh. Toorop affrontò diversi temi passando da una pittura di impegno sociale ad allegorie monumentali a sfondo religioso dopo la sua conversione al cattolicesimo; al pittore si devono inoltre le vetrate per San Giuseppe a Nimega. Contribuì idealmente alla prima formazione di Mondrian. Sua figlia Charley (Katwijk 1891 – Bergen 1955) fu anch’essa artista e fece parte della scuola di Bergen, che dal 1915 aveva introdotto le ricerche espressioniste tramite il pittore francese Le Fauconnier.
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C.C.
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