
Poco tempo fa ho dedicato un post alla natura morta, genere dell’arte che ha trovato una sua autonomia in epoca moderna, ma che trae le sue origini molto nel passato. E oggi voglio cominciare una serie di post dedicati alle nature morte più belle di tutti i tempi, con un mosaico di epoca romana, ritrovato a Pompei e risalente al I secolo d.C. Per l’artista che compose quest’opera formidabile, la natura per definizione non poteva essere morta. Per questo i pesci sono tutti rappresentati in acqua.
Magari all’artista non piacevano nemmeno i pesci, magari avrebbe preferito rappresentare un bell’arrosto! Il fatto sta però che purtroppo il cliente ha sempre ragione. E i romani di Napoli andavano particolarmente ghiotti per ogni tipo di pesce che pescavano e allevavano. Le leggi della repubblica che regolavano l’ostentazione del lusso in epoca romana dovettero mettere un freno all’abbondanza di cibo. Pensate che si arrivò a definire un limite massimo di spesa in sesterzi che si poteva erogare per le cene. Ovviamente in relazione all’importanza degli ospiti: i senatori e gli ambasciatori facevano salire vertiginosamente il limite di spesa per una cena.
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Questo post fa parte di una serie di piccoli giochi di curiosità dedicati alle nature morte. Leggi altro seguendo l’etichetta #naturemorte
C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui