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Marcel Duchamp, il padre dell’arte contemporanea

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Marcel Duchamp, il padre dell'arte contemporanea
Marcel Duchamp, il padre dell'arte contemporanea
Marcel Duchamp, nudo che scende le scale

Lui è un artista ritenuto da molti il padre dell’arte contemporanea e uno dei maggiori rappresentanti del dadaismo. Nonostante non abbia mai accettato l’appartenenza a questo gruppo. Marcel Duchamp nacque a Blainville nel 1887 da una famiglia borghese, il padre era notaio, da cui provenivano anche i fratelli Jacques Villon e Raymond Duchamp-Villon entrambi artisti. Cominciò a dipingere nel 1902 ed eseguì paesaggi e ritratti influenzati dal neoimpressionismo e dai Nabis. Realizzò anche vignette, nello stile di Lautrec e degli umoristi fin-de-siècle, per Le Courier français e Le Rire (1905-10). E fino al 1910 continuò a dipingere sotto l’influenza di Cézanne e dei fauves.

Tuttavia a Puteaux, presso i fratelli, che frequentavano Gleizes, La Fresnaye, Kupka, si mostrò subito attento alla lezione del cubismo, attraverso la linea di lettura della Section d’or. Sotto questo influsso eseguì nel 1911 opere nelle quali alle schematizzazioni e alle prospettive multiple del cubismo si aggiunse una ricerca personale sul movimento. Forse si ispirò ai futuristi. Alcune ricerche hanno dimostrato che i pittori di Puteaux ne conoscevano molto bene le idee estetiche e che, dal 1910, forse dal 1909, Kupka eseguì serie di figure in movimento che Duchamp non poté ignorare.

Infatti il suo primo Nudo che scende le scale risale al 1911 e verrà seguito nel 1912 da una serie di opere fondamentali, dedicate all’espressione del movimento, nelle quali Duchamp assimilò l’influsso del futurismo, della cronofotografia di Marey e di Kupka. In queste pitture monocrome basate sulla variante chiaroscurale di colore bruno si contrappongono e si accavallano figure immobili e veloci, parallele a macchine, nelle quali non manca un certo humour. Tali ricerche sono inseparabili da quelle di Picabia, che nello stesso periodo dipingeva quadri dinamici al limite dell’astrattismo.

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Nel 1913 Duchamp voltò bruscamente le spalle alla ricerca artistica per elaborare a tempo perso, nella forma di appunti di lavoro, un personalissimo sistema, dominato da una riflessione sulle scienze esatte. Da tale attività filosofica derivano le Stoppages-Etalon. Si tratta di oggetti per metà scientifici, che preannunciarono i suoi ready-mades. Il primo dei quali, una Ruota di bicicletta appollaiata su uno sgabello venne eseguito lo stesso anno. Seguiranno, tra gli altri, Scolabottiglie, Apolinere enameled e versione baffuta della Gioconda, che sono altrettante varianti del ready-made in funzione di una casualità sollecitata dallo humour. D’altro canto, dal 1913 Duchamp cominciò a concepire il celebre dipinto su vetro la Sposa messa a nudo dai suoi scapoli, che è la sua opera fondamentale. In questo sorprendente monumento egli espresse una pura e assurda gratuità, e la sua filosofia dell’amore e del desiderio.

Marcel Duchamp
Marcel Duchamp, sposa messa a nudo dai suoi scapoli

Secondo Robert Level la Mariée, “progetto di una macchina per amare”, per la sua stessa disposizione (il simbolo femminile nella parte superiore, i simboli maschili sotto), esprime la difficoltà originaria dell’accordo carnale. Qui la donna, per la sua potenza di fantasia, è sempre al di là, e l’uomo, inchiodato al suo istinto, al di qua. I nove derisori moules mâlics (nove stampi maschi), scapoli, attestano ferocemente quest’impotenza, mentre la “macinatrice di cioccolato”, in basso a destra, è l’immagine del piacere solitario dello scapolo, che “macina il suo cioccolato da solo”. Dal 1915 al 1918, in compagnia di Picabia, Duchamp, stabilitosi a New York, vi portò quello che sarà lo spirito del movimento dadaista.

Nel 1917 Fountain, ready-made particolarmente aggressivo, suscita uno strepitoso scandalo. Nel 1918 Duchamp eseguì il suo ultimo dipinto, un addio significativo all’arte. Invitato al salon dada di Parigi nel giugno 1920, rispose con un telegramma: “Pode bal”. Tra Parigi e New York, egli si dedicherà ormai al grande vetro della Sposa, a una parsimoniosa produzione di ready-mades come lastre rotanti di vetro e soprattutto al gioco degli scacchi, sua passione, che, per vivere, insegnerà. La sua rottura con l’arte venne apprezzata dai surrealisti, che lo considerarono uno di loro. Nei suoi oggetti assurdi venne riconosciuta la poesia autentica dell’humour noir, e dietro i suoi temi una coerente metafisica.

Marcel Duchamp, ruota di bicicletta
Marcel Duchamp, ruota di bicicletta

Malgrado il suo costante appoggio al surrealismo, non rivide mai i suoi postulati. A partire dal 1946, Duchamp cominciò a elaborare in gran segreto un ambiente che porterà a termine nel 1966 e che venne svelato e spiegato un anno dopo la sua morte. Quest’opera riprende il tema essenziale del Grande Vetro, ma nel modo più illusionistico possibile, obbligando lo spettatore a divenire voyeur tramite un buco praticato in una vecchia porta, scoprendo un corpo di donna, con le gambe leggermente divaricate che tiene nella mano sinistra un bec Auer, su uno sfondo di paesaggio con cascata. Nel 1967-68 eseguì peraltro disegni e incisioni di un umoristico erotismo, composti di dettagli di opere celebri. Il Bacio, il Bagno turco, la Donna dalle calze bianche di Courbet.

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Duchamp morì il 2 ottobre 1968 a Neuilly-sur-Seine e fu sepolto nel cimitero di Rouen. Per la sua tomba scrisse lui stesso l’epitaffio, in francese che tradotto suona così: “D’altronde sono sempre gli altri che muoiono”. Marcel Duchamp è stato uno dei più grandi artisti del Novecento, per le azioni rivoluzionarie che intraprese. Ha creato un nuovo tipo di artista. Una sorta di intellettuale desideroso di mostrarsi sempre in modi diversi, anche solo il gusto di staccarsi dalla normalità, elevando la negazione di ogni norma a stile d’arte e di vita.

Sicuramente molti di voi vedendo i suoi “ready made”, come ruota di bicicletta, si saranno detti “lo potevo fare anch’io”, ma questa è un’arte che va oltre la tecnica d’esecuzione. È un’arte che vuole scardinare tutto ciò che l’ha preceduta. D’ora in poi il concetto, il messaggio, sarà più importante del mezzo, della tecnica con il quale lo si esegue.

Ma non tutti possono avere intuizioni di questo tipo! intuizioni che rivoluzionano la storia!

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Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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