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Lucio Fontana. Conta l’idea, basta un taglio

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Lucio Fontana

Lucio Fontana

Un classico della serie “lo potevo fare anch’io”. Dopotutto che ci vuole a prendere una tela e a fare due tagli? direte voi. Ma andiamo con ordine. Pittore, scultore e ceramista italiano, Lucio Fontana nacque in Argentina nel 1899. All’età di sette anni si trasferì con la famiglia a Milano. Restò in Italia fino al 1922, anno in cui assieme al padre, lo scultore Luigi Fontana, tornò nel paese natale dove allestì uno studio. Sei anni più tardi l’artista si spostò nuovamente a Milano, per studiare all’Accademia di Brera. Qui frequentò il corso dello scultore Adolfo Wildt, da cui mediò il gusto, di matrice simbolista, per un linearismo concettuale prima che decorativo.

In seguito Fontana lavorò principalmente a Milano, dove nel 1930 tenne la prima personale alla Galleria del Milione. Questa fu la prima mostra, in Italia, nella quale si vide della scultura astratta e Fontana divenne una figura di rilievo nella promozione dell’arte astratta nel nostro paese. Nel 1935 si trasferì a Parigi, dove divenne membro dell’associazione Abstracion-Creation, quindi nel 1940 in Argentina, il paese d’origine della madre, dove pubblicò nel 1946 il Manifesto Blanco. Il manifesto intendeva promuovere un nuovo concetto di arte chiamato spazialismo, il quale aspirava a una cooperazione con uomini di scienza per sintetizzare nuove idee e materiali.

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Nel 1947 tornò a Milano e nello stesso anno diede inizio ufficialmente al movimento spazialista, pubblicando il Manifesto tecnico dello spazialismo. Le sue opere più caratteristiche, che iniziò a produrre nel 1958, sono quadri dalla superficie monocromatica sfregiata, oppure bucata. L’importanza dei buchi e dei tagli sta proprio nel modo provocatorio, quasi romanzesco, con cui Fontana diede vita a opere capaci di abbattere i confini tradizionali della concezione dello spazio pittorico. L’arte con lui divenne tridimensionale: il buco e il taglio aprirono al retro della tela e le due dimensione spaziali, il fronte e il retro si unirono in un unico spazio.

Lucio Fontana. Conta l'idea, basta un taglio
Lucio Fontana, concetto spaziale

Una serie di suggestive fotografie scattate da Ugo Mulas mostra i vari momenti del processo di realizzazione di questi quadri. Dopo una fase di estrema concentrazione davanti alla tela, fontana sceglie il punto da cui iniziare e poi, con un intervento istantaneo, dà vita all’azione creativa vera e propria. Anche il retro delle tele con i tagli ha un particolare interesse perché, oltre al titolo, alla firma e alle garze nere incollate dietro alle fenditure, troviamo in ogni opera una breve frase sempre diversa, che Fontana scriveva per aggiungere un ulteriore elemento di conferma d’autenticità. Fontana però produsse anche opere di arte ambientale, per esempio usando la luce al neon in stanze oscurate e mise in atto vari progetti decorativi.

Lucio Fontana
Lucio Fontana fotografato da Ugo Mulas

Ma allora cos’è che fece di Fontana un artista rivoluzionario e straordinario?

Questo maestro aprì al nuovo, alla comunicazione, al diverso, all’opposto, aprì il colore all’oscurità. Lucio Fontana è stato uno dei protagonisti dell’arte informale internazionale, ma anche un maestro per molte generazioni di artisti d’avanguardia. Nel 1966 vinse il Gran premio internazionale della pittura alla Biennale di Venezia. L’artista si spense il 7 settembre del 1968.

Conta l’idea. Basta un taglio.

Lucio Fontana

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Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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