
Sebastian Stoskopff nacque a Strasburgo nel 1597. Non era di famiglia ricca e fu raccomandato al consiglio comunale in modo che i facoltosi borghesi che lo componevano trovassero una possibile strada professionale al giovane artista talentuoso. Fu mandato nel cuore dell’Assia, a Hanau, la città dove due secoli dopo sarebbero nati i fratelli Grimm, celebri autori di fiabe. Lì frequentò la bottega di Daniel Sorenau, un ugonotto fuggito dalle Fiandre francofone e cattoliche. Morto il maestro, fece bottega con l’altro discepolo, Joachim von Sandrart, pittore e teorico che scrisse la prima biografia di Grunewald. Questa che vi presento di lui è una vanitas, cioè quel tipo di natura morta che ci ricorda la fine che tutti noi saremo destinati a fare.
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Ma questa natura morta è così diversa da quelle della controriforma, così ineluttabile e scientifica. Quest’opera spiega il dilemma dell’artista, diviso tra le paure germaniche e i fascini della lingua francese rappresentata dall’almanacco che vediamo sullo sfondo e che Stoskopff probabilmente aveva trovato a Parigi dov’era stato prima di fare tappa anche in Italia.
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Questo post fa parte di una serie di piccoli giochi di curiosità dedicati alle nature morte. Leggi altro seguendo l’etichetta #naturemorte(nonmorte)
C.C.
Fonti: Il museo immaginato, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2011
Davvero, davvero interessante questa Vanitas; come lo é anche la storia di Stoskopff che, pur vivendo molto vicina al cuore dell´Assia (a Göttingen, altra cittá importante per i Bruder Grimm), ancora non conoscevo.
Grazie e buona giornata!
Sara
Grazie a e Sara, mi fa piacere di averti fatto conoscere un nuovo dipinto!!!
Torna a trovarmi presto
Cristian