
Classe 1964, Marc Quinn, dopo aver studiato storia dell’arte a Cambridge e alla Slade School of Fine Art di Londra, incominciò a esporre alla fine degli anni Ottanta. Con il tempo è diventato l’artista forse più interessante della Young British Art. Questo dome definisce un gruppo di artisti inglesi, fortemente pubblicizzati, attivi a partire dal 1980 circa. Molti di loro sono diventati famosi per le opere prodotte quanto per lo stile di vita sregolato. Non hanno formato un gruppo organizzato e le loro opere sono molto diverse, ma hanno un comune mecenate: Charles Saatchi. La YBA venne definitivamente consacrata dal grande richiamo della mostra Sensation presentata nel 1997 presso la Royal Academy of Arts a Londra. E nel 1999 presso il Brooklyn Museum of Art a New York.
La ricerca di Marc Quinn, spesso scioccante, è incentrata sul rapporto tra identità e corpo, sulla dimensione effimera della realtà e il degrado della materia vivente, sulla relazione tra natura e cultura. Tra i soggetti dell’artista troviamo autoritratti, persone con menomazioni fisiche, star come Fate Moss, ma anche elementi della natura come i fiori. Poco prima degli anni novanta realizzò una serie di busti in pasta di pane, cotti e poi fusi in bronzo. Questo per creare ritratti di personaggi storici, come Maria Antoinetta e Luigi XVI, e letterari, come il Dr Pangloss del Candido di Voltaire. Nel 1991 presentò presso una galleria londinese la scultura che lo rese famoso a livello internazionale. Self, una meditazione sulla mortalità realizzata con nove pinte del sangue dell’artista (equivalenti a circa 5 litri) estratte nel corso di cinque mesi.
Il sangue, versato in un modello in silicone della testa di Quinn, venne congelato e collocato in un cubo di perspex trasparente. Collegato a un sistema refrigerante per mantenere lo stato solido dei fluidi che compongono l’opera e rallentare l’inevitabile corrosione del tempo. Nel 1995 presentò alla Tate Gallery di Londra il gruppo scultoreo Emotional Detox: The Seven Deadly Sins, composto da sette torsi modellati da corpo, testa e mani dell’artista, realizzati in piombo e cera. Il titolo dell’opera, che ha carattere autobiografico, fa riferimento alla disintossicazione del corpo dalle sostanze impure. Alla purificazione dell’anima attraverso il superamento delle pulsioni negative.
Se ti piace il blog, metti un like alla pagina Facebook 👇👇👌
Nel 1998 iniziò a realizzare figure umane in ghiaccio collocate dentro contenitori refrigerati di acciaio inossidabile e vetro, come Love is all around you (1999), raffigurante una coppia che si bacia. La scultura è destinata a dissolversi con un lento processo di evaporazione in modo che le particelle aeree siano respirate da chiunque si trovi nei pressi dell’opera. Nello stesso anno iniziò a sperimentare l’immersione di fiori freschi nel silicone all’interno di teche trasparenti collegate ad unità refrigeranti. Con questa tecnica realizzò fiori congelati in pieno rigoglio, che ci appaiono freschi per sempre, sospesi tra crescita (sono recisi) e fase terminale (non appassiscono).

In un’altra sua scultura più conosciuta, Alison Lapper Pregnant, Quinn mette in atto un procedimento con una finalità socialmente impegnata. E cioè utilizzare il più classico dei materiali scultorei, il marmo bianco di Carrara, per dare dignità e valore estetici a corpi viventi di persone prive di arti, che per la società sono fisicamente mostri. Ma è un’altra ancora l’opera più singolare di Marc Quinn. È il ritratto del biologo Sir John Edward Sulston, premio Nobel per il suo contributo nella mappatura del DNA. L’artista ha realizzato il ritratto utilizzando batteri contenenti segmenti di DNA dello scienziato conservati in una superficie di gelatina. Un’opera visivamente astratta, ma forse un ritratto estremamente reale perché contenente l’essenza dell’identità del soggetto.
L’artista usa queste parole parlando di sé:
“Mi occupo dei misteri fondamentali dell’esistenza, dell’enigma della nascita e della morte, che riguardano tutti in maniera diretta e poiché non ci sono risposte, le domande devono sempre tornare su questo tema … Non sono interessato tanto alla sostanza in quanto tale, ma al modo in cui una sostanza corporea si trasforma in qualcosa di spirituale. Sono affascinato dai limiti delle cose e sono interessato al modo in cui una sostanza può trascendere sé stessa e trasformarsi in un corpo vivente”.
Scopri di più …
Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!
C.C.