
La Belle Epoque è un periodo della storia difficile da identificare anche perché le persone che vissero quell’epoca di bellezza effimera non erano consapevoli d’esserci. Il termine fu infatti coniato dopo la Prima guerra mondiale come per sottolineare il benessere che c’era prima dello scoppio della guerra. Così venne chiamato Belle Epoque il periodo tra la guerra franco-prussiana del 1870 e l’assassinio di Sarajevo che portò le borghesie liberali d’Europa verso la distruzione. Un periodo di pace politica e sociale, durato circa quarantaquattro anni.
Anche se in fondo fu comunque un periodo segnato dalla crisi economica, dalla speculazione immobiliare e dalla deflazione dei prezzi. Ma venendo all’arte, chi è stato il pittore per eccellenza dell’epoca? Difficile identificarne solo uno, ma James Abbot Whistler è stato senz’altro un prototipo per il periodo. Suo padre ingegnere costruiva ferrovie a San Pietroburgo nel 1842, quando lui aveva otto anni. A undici si iscrisse all’Accademia imperiale di pittura. Dalla Russia tornò negli Stati Uniti e andò a frequentare l’Accademia militare di West Point.
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Decise però che il suo futuro non era dipingere mappe per l’esercito e a ventun anni si trasferì a Parigi. Finì così nel 1855 nello studio-scuola di Marc-Charles-Gabriel Gleyre. Tre anni dopo era già nel giro dei pittori parigini, amico di Fantin-Latour, che lo influenzò con la sua pittura mossa e materica, opposta a Ingres. Divenne molto amico del poeta Baudelaire e del pittore Manet. Whistler leggeva Gautier, scrittore, poeta, giornalista e critico letterario, fumava e beveva fino all’eccesso, come voleva il prototipo dell’artista dell’epoca, un po’ dandy e un po’ maledetto.
Iniziò a fare il pendolare tra Parigi e Londra, i due poli della Belle Epoque. Ma si fermò nella capitale parigina quando conobbe Joanna, modella perfetta e amante, con la quale visse per sei anni e che poi abbandonò per altre modelle e mogli. Joanna però non lo dimenticò mai, infatti allevò il figlio che Whistler ebbe con una cameriera e fu tra le poche presenti al suo funerale inglese nel 1903.
Pittore non catalogabile Whistler probabilmente non è da considerarsi realista perché in leggera polemica con la lezione di Courbet, quella della realtà cruda e popolare. Il vero per Whistler risiedeva nell’oggettivamente bello e nelle donne che spesso dipinse. I suoi quadri sono estetica pura, tanto da chiamarsi in alcuni casi come delle composizioni musicali. Eppure la sua prima Sinfonia in bianco venne rifiutata al Salon ufficiale per finire esposta nel luogo dell’alternativa, il primo Salon de Refuses che Napoleone III decise di aprire nel 1863. Il che ci porta a Manet e alla sua Olympia che doveva apparire in quel salone, ma che venne presentata solo due anni dopo su pressioni di Baudelaire, suscitando scandalo e portandoci alla seconda parte di questo approfondimento sulla Belle Epoque … continua
Continua l’esplorazione …
James Abbot Whistler ritrattista
Paesaggi – notturno, blu e oro. Il vecchio ponte di Battersea
C.C.
Fonti: Il Secolo lungo della Modernità, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2012