Mazeppa l’eroe

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Mazeppa
Theodore Gericault, Mazeppa, 1820, collezione privata

Oggi vi voglio parlare dell’incredibile caso di Mazeppa. Ovvero l’ucraino Ivan Mazeppa, quel ragazzo legato nudo sul cavallo, che ce la fa, diventa atamano dei cosacchi ucraini per lo zar, poi lo tradisce, va a combattere con il nemico Carlo XII di Svezia, perde ma diventa l’eroe dei cosacchi. In realtà si chiamava Ivan Stefanovic Koledins’kij (1645-1709), cresciuto alla corte del re di Polonia. Sognò la loro indipendenza in un regno ucraino autonomo. Morì forse suicida nel 1709 e fallì il suo sogno: l’Ucraina divenne russa, i cosacchi passarono definitivamente al servizio dello zar.

 

Ma perché vi racconto la storia di quest’uomo? Beh perché il suo mito trasversale ed europeo ebbe degli effetti su arti, stili, lingue diverse collegandoli. Lord Byron (1788 – 1824) gli dedicò un poema epico nel 1819; Aleksàndr Sergeevič Puškin (1799 – 1837), gli dedicò il poema Poltava (1828 – 1829); Victor Hugo (1802 – 1885), scrisse su di lui il poema Mazeppa, (1829); Franz Liszt (1811 – 1886), gli dedicò nel (1851) il poema sinfonico Mazeppa, nonché il quarto dei suoi 12 Studi d’esecuzione trascendentale.

E la pittura romantica contribuì enormemente alla creazione del mito: in fondo che c’è di più romantico di un bel giovane polacco legato di notte nudo su un cavallo per punire la sua esuberanza sessuale? Mazeppa infatti fu sorpreso da un notabile a letto con la propria moglie. Da Gericault, a Delacroix, tutti si confrontarono con il tema di Mazeppa: dopotutto la storia fu per la cultura romantica non fonte di insegnamento, ma regno della fantasia da cui attingere per creare opere straordinarie.

Continua l’esplorazione …

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C.C.

Fonti: Il Secolo lungo della Modernità, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2012

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