
In questa nostra esplorazione dell’arte contemporanea non si può non dedicare uno spazio a un movimento che ha sicuramente sconvolto la cultura del XX secolo. Mi riferisco alla pop art. Bisogna dire che intorno alla metà del XX secolo l’arte cambiò la sua direzione, abbandonando lentamente le sponde dell’arte colta figurativa dei primi decenni e le successive correnti d’avanguardia come il surrealismo o l’art nouveau, in favore di un avvicinamento alla cultura popolare. Nel 1960 la pop art si sviluppò negli Stati Uniti, ma questo nuovo movimento, al quale si assoceranno molti artisti, si diffonderà nella creazione internazionale.
Popular Art
Il termine specifico di questo periodo storico dell’arte è “Pop Art”, abbreviazione di “popular art”. Venne coniato dagli studiosi inglesi Fiedler e Banham nella metà degli anni Cinquanta per indicare tutto quell’universo dei mass-media e delle forme audiovisive a esso collegato. Il cinema stava vivendo un periodo d’oro, con Hollywood in cima alla lista, la musica leggera alleviava gli animi delle persone appena uscite da un devastante periodo di guerra. Cartelloni pubblicitari pieni di colori accesi troneggiavano ai lati delle strade o sui palazzi delle città.
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Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, gli Stati Uniti stavano cercando di superare il complesso di inferiorità artistica che provavano nei confronti dell’Europa. Ma a livello economico crescevano in maniera esponenziale grazie al boom del dopoguerra. New York era un dedalo di grattacieli pieni di pannelli colorati che incitavano il passante a comprare quel particolare prodotto per migliorare la qualità della propria vita. Quando anche l’arte decise di prendere parte a questo gioco fatto di suoni, immagini, colori e messaggi spumeggianti, il termine Pop Art mutò di significato. Grazie al critico d’arte americano Lawrence Alloway, venne utilizzato per descrivere un nuovo movimento di artisti d’avanguardia che operavano in parallelo proprio con i mass-media nel significato originale del termine. Tuttavia, anche nel momento in cui la Pop Art era sulla bocca di tutti, i suoi esponenti non riuscivano a spiegare veramente di cosa si trattasse.
La nascita della Pop Art
L’anno ufficiale di nascita della Pop Art è il 1963, quando il 18 aprile venne inaugurata alla galleria di arte moderna di Washington, la prima mostra del movimento, dal titolo altisonante The popular image, “l’immagine popolare”. Alla mostra contribuirono molti artisti. Fotografi, pittori, musicisti, scultori, registi, personalità eccentriche. Uomini e donne visionari dotati di un particolare senso artistico che molti non avrebbero esitato a definire “bizzarro”. Tra loro figuravano Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, James Rosenquist e, ovviamente, Andy Warhol, uno degli artisti della Pop Art più conosciuti.
La Pop Art nasce probabilmente in risposta a un periodo storico che negli Stati Uniti vide un boom economico, seguito alla seconda guerra mondiale. Questo movimento è una provocazione in risposta alla mercificazione dell’uomo, all’ossessivo martellamento pubblicitario, al consumismo eletto a sistema di vita. La Pop Art è in poche parole, arte di consumo e in quanto tale deve essere consumata come un qualsiasi altro prodotto di massa. Uguale per tutti e da tutti indifferentemente fruibile.
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Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!
C.C.
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Fonti: Arte contemporanea, a cura di Francesco Poli, Electa, Milano, 2003