Arte e sessualità

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Affresco raffigurante Priapo

L’erotismo in forma di immagini ha avuto sempre grandi estimatori sin dai tempi più remoti. Quadri, affreschi, statue e ceramiche riportano spesso immagini erotiche o di sesso. Persino dall’età paleolitica ci sono giunte delle testimonianze. Per comprendere il rapporto passato tra arte e sesso bisogna sicuramente pensare all’arte greco-romana e latina più in generale. Queste culture erano contraddistinte dalla normalità con cui veniva trattata questa materia, senza inibizioni. Nelle decorazioni parietali delle case apparivano molto spesso scene di sesso che erano visibili a tutti, donne e bambini compresi. Persino nella religione classica e romana c’era la sessualità.

Il culto di Priapo, divinità minore dotata di un organo genitale enorme, era diffuso in tutto il Mediterraneo. Figlio di Afrodite, era protettore della fertilità e le sue immagini erano poste a protezione di case, campi e orti. Anche l’omosessualità era all’ordine del giorno e molti imperatori romani rappresentarono i loro amanti. Un esempio su tutti è Antinoo, “protetto” dell’imperatore AdrianoLa questione cambiò però con la diffusione della religione cristiana. Molte opere con raffigurazioni sessuali durante i lunghi secoli del medioevo, verranno distrutte. Ma sarà soprattutto l’immagine della donna a subire una forte censura da parte della chiesa. Solo eccezionalmente gli artisti potranno raffigurarla nuda col pretesto di rappresentare episodi biblici. 

Tra XV e XVI secolo la questione si ribaltò nuovamente grazie alla riscoperta di una classicità reinterpretata dagli umanisti. Nel periodo storico caratterizzato dall’umanesimo e dal rinascimento, i costumi sessuali subirono molteplici trasformazioni. Tra queste ricordiamo l’omosessualità cosiddetta culturale, che fu appannaggio quasi esclusivamente di classi intellettualmente elevate. L’erotismo esplicito della letteratura di quell’epoca, che ebbe nel Decameron di Boccaccio un inizio evidente, continuò ad amplificarsi. Con Pietro Aretino (1492-1556) scivolò perfino in aperta espressione pornografica.

Ma è sicuramente il Secolo Lungo, ovvero l’Ottocento, che segna una svolta totale. Mi viene in mente un dipinto ben preciso. Una donna sdraiata, a gambe generosamente aperte, il sesso femminile in primo piano, assieme alle gambe e al ventre. Nascosta sotto il lenzuolo, s’intravede una porzione del seno destro, mentre il volto è al di là della cornice, nascosto alla vista. È L’origine du monde, la tela che Gustave Courbet, padre del realismo francese, dipinse nel 1866. L’opera dopo aver vissuto in clandestinità per oltre un secolo, oggi è in bella vista al Museo d’Orsay di Parigi. Che dopo Courbet niente sarebbe stato più come prima, lo testimonia l’elevato numero di dipinti che, direttamente o indirettamente, si sono ispirati alla donna nuda del pittore francese. Ad esempio Rodin, che con la statua Iris messaggera degli dei (1890) riprende quasi alla lettera, ma in tre dimensioni, il tema dell’Origine.

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Gustav Klimt, Danae

Tanti sono gli artisti che da quel momento rappresentarono la sessualità, soprattutto femminile. Nelle opere di Klimt, vissuto a cavallo tra l’800 e il ‘900, il sesso è un tema importante. Viene però trattato nei modi più disparati e riflette l’opinione che l’artista aveva delle donne. Queste sono viste come idoli bellissimi o tenere madri, ma anche come predatrici che si servono del loro fascino come di una trappola fatale. Andy Warhol, pioniere della pop art, commentava l’America tradizionale attraverso la propria arte, senza tener conto della ristretta visione sociale del paese. Nudità, uso di droghe, relazioni omosessuali e personaggi transgender compaiono in varie forme in quasi tutti i suoi lavori girati alla Silver Factory. Considerato socialmente inaccettabile, perfino spaventoso per l’epoca, i teatri che proiettavano le sue pellicole underground erano a volte oggetto di raid, e i dipendenti venivano a volte arrestati per oscenità.

Jeff Koons, paragonato ad Andy Warhol e considerato un’icona neo-pop, illustratore ironico dell’american way of life, nel 1991 ha sposato Ilona Staller (nota anche come la porno diva Cicciolina). Sono molte le opere di carattere hard dell’artista con scene di sesso ispirate dalla moglie e spesso con lui come co-protagonista.

Anche per l’arte nella sua accezione più ampia, è difficile stabilire quando si sfoci nella pornografia. Fino a che punto è lecito e di buon gusto, nel rispetto del sentire comune, rappresentare la sessualità? Di certo, come tutti i bisogni fondamentali della vita, la sessualità è un aspetto centrale e fondamentale per l’uomo. Per tale ragione, può essere, come altri, oggetto di rappresentazione da parte di un’artista.

Arte e sessualità oggi

Cinema, teatro, letteratura, continuano ad occuparsi della sessualità, creando a volte scandali e casi clamorosi. Scandali spesso dettati dalla voglia di attirare l’attenzione dei media, piuttosto che darne un’interpretazione originale e significativa. È curioso, però, come la materia pornografica oggi stia dilagando in tutte le sue forme, diventando un vero e proprio business, mentre di artisti che facciano della sessualità un’icona, se ne trovino davvero pochi.

C.C.

Fonti: Storia della bruttezza, a cura di Umberto Eco, Bombiani, 2011

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