
La figura di Rembrandt ha un significato straordinario non solo per l’epoca barocca, ma per l’intera storia dell’arte. Immenso successo e rovina economica, carriera sfolgorante e caduta sociale. Questi i tratti distintivi di un’esistenza che si è elevata a una statura mitica.
Alla fama di cui il pittore godette in vita contribuì il suo intenso sguardo da ritrattista che, posandosi sull’Io o sull’Altro, produsse celeberrimi ritratti di gruppo.
A ogni modo, Rembrandt per il pubblico è noto soprattutto come ritrattista, ed è solo molto di recente che i suoi paesaggi hanno cominciato ad attirare l’attenzione.
Di certo, come il grande fiammingo Peter Paul Rubens, anche Rembrandt ha dipinto, disegnato e inciso pochissimi paesaggi e, delle 15 vedute un tempo attribuitegli, oggi circa la metà sono state ascritte ad artisti della sua cerchia. È cruciale il fatto che queste poche testimonianze rappresentino le opere più realistiche e fantasiose dell’arte olandese del XVII secolo, e costituiscono i punti più alti e affascinanti del genere.
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La cosa che resta da chiarire il motivo per cui Rembrandt di fatto si sia dedicato al paesaggio solo dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1642, e per appena un decennio. Forse queste tematiche gli diedero un’opportunità per elaborare o sopportare il lutto? tesi molto fantasiosa. A prescindere comunque dalle motivazioni di Rembrandt, i risultati furono straordinari!
Paesaggio in tempesta
Il dipinto che qui vi propongo, conservato nel museo di Braunschweig, in Bassa Sassonia, è il paesaggio di più ampia portata mai realizzato da Rembrandt. Sull’altura a sinistra, la luce chiara mette in risalto una città con una chiesa, alberi in lontananza e un ampio fiume, che crea un’imponente cascata davanti alla città. La corrente scroscia sotto un ponte, attraverso le cui arcate filtra la luce e che presenta sulla sommità un edificio in rovina. A destra si estende un’ampia pianura, che termina in una catena montuosa all’orizzonte.
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Anche la vallata è caratterizzata da una profusione di dettagli, che però non le impediscono di convogliare una visione d’insieme grandiosa e magniloquente. Il cupo cielo carico di nubi, la cui drammaticità va crescendo in diagonale verso destra, stabilisce l’equilibrio armonico rispetto agli accenti luminosi della parte sinistra del dipinto. Qui il paesaggio si comprime e si spiega ai fini della storia, della trasmissione di un messaggio in cui si misurano i fenomeni naturali e le opere dell’uomo, mentre le rovine non lasciano dubbi su chi sia il vincitore.
Scopri di più …
Questo post fa parte di un viaggio attraverso la storia del paesaggio e dei suoi principali interpreti. Segui l’etichetta #ilpaesaggio e vedrai! Ti è piaciuta l’opera? l’hai mai vista dal vivo? ti piace Rembrandt? Scrivi nei commenti quello che ti passa per la testa e rimani ancora su Artesplorando.
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C.C.
Fonti: Paesaggi, Norbert Wolf, Taschen, Colonia, 2008
Ho adorato Rembrandt da quando ho avuto modo di conoscerlo meglio attraverso le sue stesse opere, anche se questa mi mancava.
Nelle sue opere esiste e permane una dimensione intima che ingoia totalmente la scena, i suoi dipinti sono opere di riflessione o meglio opere che invitano al silenzio e alla meditazione.
Questa è una delle mie opere preferite:
http://www.millequadri.it/wp-content/uploads/2013/02/561659_10151099204567126_969475235_n.jpg
E tempo fa ebbi modo e voglia di scriverci anche qualche riga su, ma di pura speculazione emozionale, non critica artistica!
Ciao Cristian!!
Da profana potrei dire una bestialità, ma mi sembra che questo dipinto anticipi di oltre un secolo il Romanticismo non solo nel tratto (ha un che del sublime dinamico di Turner), ma anche nel tema: con quelle righe finali in cui accenni al significato delle rovine mi è venuta subito in mente la riflessione di Leopardi sulle rovine di Pompei come simbolo dell'opera distruttiva della natura: straordinario! Fra l'altro non conoscevo nessun esempio della pittura di paesaggio di Rembrandt ed è interessante anche scoprire l'elemento autobiografico alla base della sua "conversione". Alla prossima!
Ciao Alessia! credo che le speculazioni emozionali siano molto importanti quando si parla d'arte! la critica artistica è molto importante (per carità), ma spesso lascia il tempo che trova, arrovellandosi su aspetti del tutto inutili. Per cui la critica lasciamola ai critici e noi profani lasciamoci ispirare dai sentimenti. E' importante saper "vedere per godere,
guardare per capire"
A presto!
Sono pienamente in accordo con te: Rembrandt fu un artista rivoluzionario e come tale seppe anticipare temi e sensibilità tipici del Romanticismo! e il riferimento a letteratura e poesia è immediato! 🙂 a presto!
Ciao! grazie della presentazione. Vorrei sapere se sapete ci che anno è questo quadro. Grazie e a presto. Elena
1638 circa