
Abbiamo già avuto modo di parlare dell‘affresco come la tecnica di pittura murale più resistente e difficile, avendo delle tempistiche particolari e molto stringenti. Gli artisti dovettero quindi studiare molti modi per creare dei disegni preparatori che li guidassero e gli permettessero di sbagliare il meno possibile, poiché l’affresco non ammette errori. È così che è nata la sinopia. La sinopia è il disegno preparatorio eseguito sull’arriccio, che consente una precisa delimitazione degli spazi da coprire con l’intonachino della giornata che il pittore fissa per poter lavorare su un intonaco umido.
Il nome deriva dal pigmento usato, cioè il rosso di Sinope, a sua volta derivante dal nome della città turca che si affaccia sul Mar Nero. Il disegno a sinopia poteva essere preceduto da un disegno a carboncino, facilmente cancellabile. La sopravvivenza della sinopia, anche laddove disegno finale e pittura siano compromessi, si deve alla sua realizzazione sull’arriccio fresco. A conseguenza delle campagne di distacco degli affreschi, le sinopie, già apprezzate dal mercato antiquario, acquistarono un valore storico-artistico e diagnostico molto importante nel corso della storia recente.

Alla sinopia segue la tecnica dello spolvero che prende nome dal sacchetto pieno di “polvere” impiegato per riportare il disegno sull’intonaco fresco. Questa tecnica è impiegata in pittura murale a partire dal XV secolo in sostituzione della sinopia come alternativa al disegno eseguito con la punta secca e prevedeva l’esecuzione del disegno preparatorio su fogli di carta di grandezza uguale a quella del dipinto da realizzare.
La linea di contorno veniva perforata con punte metalliche, quindi veniva stesa la parte giornaliera di intonaco ed era tagliata dal cartone la parte corrispondente. Una volta applicata all’intonaco fresco, veniva battuta lungo il profilo perforato con lo spolvero riempito di carbone. Questo, passando attraverso i fori, segnava sull’intonaco le linee della composizione, che potevano quindi essere ripassate a pennello. Diversamente dalla sinopia, tale tecnica consentiva al maestro di delegare il riporto del disegno ai collaboratori e agli aiuti. Infine, un altro modo per prepararsi a un buon affresco, era incidere in maniera diretta o indiretta il disegno sull’intonaco attraverso punte metalliche e sempre con l’ausilio di cartoni preparatori. Se vi capita di osservare un affresco da vicino e a luce radente, con un po’ di attenzione potrete scorgerne le incisioni sulla sua superficie.
Continua l’esplorazione …
L’affresco, piccola guida per capire cos’è
4: l’affresco dal Cinquecento ai giorni nostri
3: l’affresco dal Medioevo al Quattrocento, secolo della svolta
2: gli albori della tecnica dell’affresco e il mistero romano
C.C.
L'affresco è una forma d'arte molto molto interessante, anche se ormai è quasi totalmente mutata in pittura murale, ovvero murales, writing etc o almeno non saprei se venga ancora praticato nelle forme in cui siamo abituati a 'figurarcelo'! 😀
Però è un'evoluzione importante se ci pensi. prima era un'arte di elite diciamo, adesso diventa quasi arte 'povera', da strada e di tutti, anche di chi non la vuole.
Non so neanch'io se c'è qualche artista contemporaneo che pratichi ancora l'affresco seguendo i canoni della tecnica antica. Ed è altrettanto vero che oggi si pratica moltissima pittura murale intesa come murales, writing, ecc. Un interessante osservazione!