Le Muse e gli artisti: una nuova rubrica di Artesplorando

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Le Muse e gli artisti
Richard Samuel, le Nove Muse nel Tempio di Apollo
Artesplorando celebra la donna nell’arte con la creazione di una rubrica che tratterà il rapporto tra gli artisti e le loro Muse ispiratrici. Questo post vuole introdurre ad una serie di altri nei quali analizzeremo questo rapporto. Ma come si identificavano le Muse nella mitologia Greca che le generò? Le Muse erano divinità minori che appartenevano al dio Apollo. Erano nove sorelle, giovani e bellissime, figlie di Zeus e di Mnemosine, che in greco significa memoria, nate ai piedi dell’Olimpo. Abitanti dell’Olimpo, a questo preferivano il Parnaso, dove amavano suonare, cantare e danzare per il dio Apollo. Ognuna di esse aveva le sue particolari attribuzioni. Le Muse erano invocate dagli artisti, specialmente dai poeti, come ispiratrici delle loro opere.

I pittori in particolare non pretesero di avere un’ispirazione divina fino a che la pittura stessa non iniziò a prendersi sul serio, come la poesia.

Bisogna intanto chiarire che parlerò di artisti uomini non per maschilismo (lungi da me), ma perché come ben si sa, l’arte (come molti altri campi) è stata storicamente “cosa da maschi”. Alle donne non era consentito produrre arte e se lo era, dovevano al più rappresentare delle nature morte o dei paesaggi. Non era comunque concepibile che avessero dei modelli ispiratori e che magari questi fossero anche loro amanti! Bisognerà arrivare all’arte contemporanea per avere una completa emancipazione dell’artista donna.

Ma cosa rappresentano le Muse nella realtà? come condizionarono e influirono sugli artisti? Sono mogli, amanti, figlie, amiche, modelle a pagamento… o altro ancora?

La Musa è molto di più che una modella a pagamento. È la parte femminile dell’artista (maschio). È lo yin del suo yang. Penetra la mente dell’artista e lo ispira. Può diventare sua moglie (o amante), ma non necessariamente. Non è una questione di contatto fisico, ma mentale.

Andrea del Sarto, pittore nato nel 1486, era sposato con la sua Musa, Lucrezia, i cui lineamenti sono molto simili a tutte le figure di donna che lui ha disegnato. Da allora, artisti come Rubens, Bonnard, Renoir, Charles Blackman e Brett Whiteley hanno dipinto le loro mogli più e più volte, ma queste donne erano più dei soggetti da dipingere che delle vere e proprie Muse ispiratrici.

Le Muse e gli artisti

In altri casi le donne, compagne di una vita divennero fonte di ispirazione, espressione della divinità, come furono Beatrice per Dante e Laura per il Petrarca. Analizzeremo molti “casi” e spero che voi lettrici e lettori contribuiate al dibattito, apportando i vostri punti di vista e le vostre esperienze… magari sfatando dei miti!

In fondo la mia Musa siete voi!

C.C.

1 commento

  1. Penso che la figura della musa sia una visione maschilista e sessista della donna. Spesso vergini, idealizzate, da possedere, penetrare. donna sempre ella posizione di bella figura, osservatrice non attrice, modella di bella presenza,grazia. come ha sottolineato lei,impossibile per una donna comportarsi allo stesso modo. attrice con modello.. come mai non esiste un muso? ma esiste un dio maschio. tutti le religioni recenti hanno un dio uomo. qualcosa è andato storto lungo il percorso della storia. l’uomo ha messo a sedere la donna e ha cominciato a dichiararsi unico attore libero del mondo. eh no!!! credo che abbiate male intrpretato la figura della dea madre terra! protagonista attrice, non da dominare, non da sottomettere come l’uomo occidentale crede di fare e fa oggi. ma creatrice, necessità per noi uomini ,dea unica oserei dire, fonte di vita per tutti noi, grazie a presto.
    cordiali saluti, giulia, attrice ,protagonista e artefice della sua vita! amen.

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