
Vi sembrerà strano, ma parlando di paesaggi finiamo proprio a parlare di lui!
Il creatore della Pop Art: Andy Warhol.
Come suggerisce il titolo ironico, Do it yourself, il dipinto di Warhol è una parafrasi degli schemi di pittura numerati che, come si legge nei cataloghi di innumerevoli grandi magazzini, offrono a qualunque dilettante la possibilità di diventare un artista, limitandosi a riempire con i colori “giusti” i campi numerati. In conformità con i principi fondamentali della Pop Art, in quest’opera Warhol non tematizza soltanto la funzione delle immagini in quanto tipico prodotto di massa della società industriale.
Parodiando soggetti popolari come una piacevole scena agreste, riprende anche l’invettiva lanciata dal dadaismo contro gli aspetti borghesi dell’arte. Per di più demolisce tutti gli elementi costitutivi della funzione artistica del “paesaggio”. Da sempre Warhol era fautore, attraverso la sua iconografia, di una rinuncia radicale al coinvolgimento emotivo. Un proposito che, come in Do it Yourself, può arrivare ai limiti dell’assurdo.
Nell’opera del 1962 la soggettività, che nella storia dell’arte era generalmente interpretata come potenzialità creativa, viene stravolta fino a trasformarsi nell’intervento meccanico di chi segue uno schema fisso disponibile per chiunque. La banalità della cultura di massa viene elevata a un livello universale. In questo modo l’osservatore viene privato di ogni possibilità di godimento estetico ma non dell’opportunità di una riflessione.
La cultura di massa ha ucciso la creatività artistica?
Continua l’esplorazione …
Questo post fa parte di un viaggio attraverso la storia del paesaggio e dei suoi principali interpreti. Segui l’etichetta #ilpaesaggio e vedrai!
Allora vi è piaciuto l’opera? scrivetemi le vostre impressioni nei commenti e leggete gli altri articoli dedicati ad Andy Warhol.
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C.C.
Fonti: Paesaggi, Norbert Wolf, Taschen, Colonia, 2008