Isabella d’Este Gonzaga marchesa di Mantova (Ferrara 1474 – Mantova 1539) universalmente ricordata come prima donna del Rinascimento italiano. Figlia del duca Ercole d’Este e di Eleonora d’Aragona, ebbe come sorella un altro personaggio ugualmente famoso. Beatrice d’Este, duchessa di Milano in quanto moglie di Ludovico Sforza. Sposò a soli 16 anni Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, insieme al quale governo lo stato. Dopo la battaglia di Fornovo (1495), cercò la pace con Milano e Venezia e l’amicizia francese. Ottenne poi dal papa Giulio II la liberazione del marito, fatto prigioniero dai Veneziani, grazie ai buoni rapporti con i Borgia. Rimasta vedova, ottenne per il figlio Federico la carica di capitano generale della Chiesa. Governò Mantova come reggente del figlio, giocando un ruolo importante nella politica italiana e rafforzando costantemente il prestigio del marchesato mantovano.
Molti e importanti furono i suoi successi in politica e compresero:
- Elevò Mantova a ducato e ottenne il titolo di cardinale per il figlio minore Ercole Gonzaga.
- Mostrò grande abilità in politica estera nei negoziati con Cesare Borgia, che aveva spodestato Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, marito della cognata e amica intima Elisabetta Gonzaga.
- Si trovò a rivaleggiare con la cognata Lucrezia Borgia, che nel 1502 aveva sposato suo fratello Alfonso, e che divenne l’amante del proprio marito.
Con l’arrivo alla maggiore età di Federico, la sua figura di donna di comando, generò alcuni dissapori e maldicenze. Tanto che il figlio stesso la estromise dalla vita politica di Mantova negandole qualsiasi notizia che dall’esterno giungeva alla cancelleria.
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Fu forse questo il motivo che portò Isabella a stabilirsi dal 1525 per oltre due anni a Roma, dove si mostrò organizzatrice energica e oculata anche durante il famoso sacco (1527). Tornata a Mantova, si occupò della complicata vicenda del matrimonio del figlio Federico. La prima moglie Maria Paleologa venne ripudiata, accusata di congiura da una cortigiana di Federico. A quel punto Carlo V volle dargli in moglie sua cugina Giulia, più anziana di Federico e non amata dal popolo. Poi Maria venne riammessa, dopo essere diventata unica erede del feudo del Monferrato e, in seguito alla morte di lei, Federico si sposò con la sorella Margherita Paleologa.
Isabella mecenate
Di raffinata educazione umanistica, la sua fama principalmente è legata al mecenatismo, alla notevole collezione di quadri e di oggetti d’arte e alla splendida corte che raccolse a Mantova attorno a sé, onorata dai più bei nomi delle lettere e delle arti del tempo. Più nello specifico, fu patrona di Ludovico Ariosto durante la scrittura dell’Orlando Furioso e venne molto influenzata da Baldassare Castiglione, autore de Il Cortigiano, modello di decoro aristocratico per duecento anni. Ospitò alla sua corte anche il poeta Matteo Bandello. Fu su suo suggerimento che Giulio Romano venne convocato a Mantova per ampliare il castello ed altri edifici. Con Isabella la corte di Mantova divenne una delle più acculturate d’Europa.
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Tra i tanti importanti artisti che giunsero in città vi furono Raffaello Sanzio, Andrea Mantegna, e i compositori Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara. Isabella venne ritratta due volte da Tiziano, e un disegno preparatorio per un dipinto ad olio, eseguito da Leonardo da Vinci, la ritrae in tutto il suo carisma. Per il suo studiolo, ben presto famoso, impiegò gli artisti allora più celebri, che contribuirono a creare uno dei momenti più «moderni» della storia pittorica tra Quattro e Cinquecento. Il programma ideologico dello studiolo nacque probabilmente da un’idea della duchessa. Idea sviluppata dagli umanisti di corte e realizzata dagli artisti con una certa autonomia, soprattutto nel caso di Mantegna, il quale attinse con grande libertà a fonti classiche e a testi medievali.

Isabella era anche brillante musicista, amava gli strumenti a corda, come il liuto, che riteneva superiori ai fiati. Considerava inoltre la poesia incompleta finché non veniva trasposta in musica, e cercò i più abili compositori dell’epoca per questo completamento. Si dedicò al gioco degli scacchi tanto che il grande matematico rinascimentale Luca Pacioli, scrisse e le dedicò il manoscritto De ludo schacorum, detto Schifanoia. Opera per secoli ritenuta persa e solo nel 2006 ritrovata presso la biblioteca Coronini Cronberg di Gorizia dal bibliologo Duilio Contin.
Morì nel 1539 e venne sepolta nella Chiesa di Santa Paola a Mantova, ma i suoi resti non trovarono pace. Scomparvero dal sarcofago nel 1977. Persi per incuria o perchè intralciavano interessi economici legati al recupero del complesso conventuale di Santa Paola dove il sepolcro fu scoperto nel ’65? Un giallo ancora senza risposta. Isabella d’Este è la protagonista del libro di Maria Bellonci (di cui vi consiglio la lettura), Rinascimento Privato, incentrato sulla storia della marchesana di Mantova e sulla sua relazione epistolare con un personaggio inglese, il prelato Robert de la Pole. Il personaggio di questa relazione è inventato dalla Bellonci, ma la ricostruzione storica è molto precisa, frutto di studio diretto e minuzioso dei documenti dell’epoca.
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui