
Scrittore, pittore e illustratore, Tommaso Minardi fu allievo di Giuseppe Zauli. L’artista trascorse i primi dieci anni della sua attività a Roma, dove lavorò per l’incisore Giuseppe Longhi, copiando tra l’altro il Giudizio universale di Michelangelo dalla Cappella Sistina. Inoltre studiò a fondo l’opera di Leonardo e Raffaello. Su suggerimento dello scultore classicista Antonio Canova, nel 1819 fu nominato direttore dell’Accademia di Perugia, quindi dal 1819 al 1858 insegnò all’Accademia di San Luca a Roma. Accanto alle molte opere eseguite su commissione di istituzioni ecclesiastiche e dominate da uno stile ispirato ai maestri rinascimentali (Roma, Spoleto), Minardi eseguì anche numerosi ritratti e dipinti di soggetto storico. Nelle geniali opere realizzate nella prima fase della sua carriera, Minardi congiunge un acuto realismo all’espressione di quel dolore universale che fu tratto peculiare del gusto romantico.
Autoritratto dell’artista
Nell’autoritratto, l’artista avvolto in un mantello siede su un materasso, al centro di un vano di modeste condizioni ma ordinato.
Sul margine superiore, la linea inclinata del soffitto spiovente fa capire che si tratta di un vano ricavato in una soffitta; la linea del soffitto costituisce inoltre il principiale elemento diagonale di una composizione altrimenti dominata dalla serena giustapposizione di linee verticali e orizzontali.
Sulla parete di fondo spicca uno scaffale pieno di libri, mentre altri volumi sono accatastati sulla scrivania a sinistra.
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Carl Spitzweg (QUI) avrebbe ripreso questo soggetto, variandolo. In seguito Minardi si sarebbe avvicinato al movimento dei Nazareni (ne parlo QUI).
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C.C.
Fonti: Romanticismo, Norbert Wolf, Taschen, Colonia, 2008