William Blake, Ecate

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Ecate
William Blake, Ecate, 1795 ca.

Non è possibile un’esplorazione del romanticismo senza parlare di questo grandissimo artista! Figlio di un commerciante di calze, William Blake ebbe fin dall’infanzia delle visioni che influenzarono il suo rapporto sia con la pittura che con la poesia e che caratterizzano la sua “profetica” personalità di artista. All’età di dieci anni fu avviato al disegno sotto la guida di Henry Pars. Quindi apprese le tecniche della calcografia da James Basire, per il quale disegnò anche soggetti di ispirazione medioevale.

Fin dai primi lavori eseguiti in modo indipendente, è riconoscibile l’influenza dei suoi principali modelli, tra i quali Michelangelo era destinato a diventare il più importante. Nel 1778 si iscrisse alla Royal Academy, ma ben presto entrò in conflitto con Joshua Reynolds sul problema della preminenza del colore e del disegno. Blake difese la posizione classicista, che si esprime nelle sue opere in un uso del colore sobrio. Le sue illustrazioni della Bibbia, di Dante o delle proprie liriche rompono il tradizionale rapporto tra testo e figura. Creano un’unità simbolica di parola e immagine, unità che sarebbe stata compresa e recepita solo alcuni decenni dopo la sua morte.

Ecate

Nella mitologia greca, Ecate è la dea dai tre corpi, la dea dei crocevia che sovrintende agli incantesimi. Nell’opera dell’artista è rappresentata come un essere demoniaco, immerso in un mondo notturno e oscuro. La sua mano è appoggiata su un libro aperto, mentre accanto e dietro di lei sono visibili figure inquietanti. Diversamente dalla maggior parte delle opere di Blake, questa non era destinata ad illustrare un testo. Insieme ad altre due realizzate nello stesso anno, faceva parte di una trilogia dedicata alla superstizione. Ai mali causati da una smodata fiducia nella ragione e al potere della sensualità. Dal punto di vista formale e contenutistico, Ecate risente della lezione di Johann Heinrich Fussli e delle fantastiche creature che popolano i Capricci di Goya. Gli elementi classicisti si uniscono a motivi tipici del gusto romantico per l’orrido, fondendosi in un’immagine conturbante e carica di simboli in cui si esprime il personale misticismo dell’autore.

Come l’amico Fussli, anche Blake sviluppò una visione del mondo originale e permeata di religiosità. Con il radicalismo del visionario e uno stile costruito sulla linea libera dalla forza di gravità e tendente all’astrazione, diede al suo mondo un’espressività che fece saltare tutte le tradizioni figurative consolidate. Questa nuova “mitologia” nutrita di elementi intimisti rispondeva al desiderio romantico di ricavare, dalla dialettica degli opposti, un’interpretazione del mondo di valore universale. Dopo due eventi di portata straordinaria come la Rivoluzione francese e quella americana, bisognava riscrivere la genesi di un occidente moderno, che avrebbe dovuto nascere sotto il segno di una nuova cosmologia.

L’esplorazione continua!

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C.C.

Fonti: Romanticismo, Norbert Wolf, Taschen, Colonia, 2008

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