
Com’erano le città del Medioevo prima che le rendessimo ruderi romantici dalle mura di pietra? quali erano i colori del Medioevo? Benozzo Gozzoli, pittore italiano vissuto nel XV secolo, soddisfa questa vecchia e legittima curiosità: erano in realtà delle vere follie di colore. La campagna si distingueva dalla città perché la città era un manufatto nel quale trionfava il colore. Sia Giotto sia Gozzoli, ma anche Lorenzetti, lo testimoniano nei loro dipinti, esattamente come lo narrano le migliaia di miniature nascoste nei codici. Abbiamo purtroppo perso con gli anni gli intonaci e la cultura medioevalistica ottocentesca ha assunto una piega estetica totalmente falsa. Anche la nota dichiarazione di André Malraux: “quand les cathédrales étaient blanches”, quella che servì ad iniziare la ripulitura di Notre-Dame a Parigi per toglierle il nero dei fumi ottocenteschi e farne l’opera che si vede oggi, corrisponde in realtà a un falso.
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Recentemente ad Amiens, con una geniale video proiezione di luce e musica, si è restituita al pubblico un’immagine notturna che riprende i colori storici.
Gli stessi si ritrovano stabili grazie ad un restauro cromatico filologico sulla facciata della cattedrale di Limburg an der Lahn.
Insomma dobbiamo prendere atto che in fondo il Medioevo non era esattamente un periodo buio e tetro ed è l’arte stessa a svelarcelo attraverso molti indizi nascosti in dipinti, miniature o architetture.

Una lettura consigliata per conoscere i colori del Medioevo
In tema con questo argomento vi consiglio la lettura di l’Autunno del Medioevo, dove lo storico olandese Huizinga dedica una grande attenzione alle follie cromatiche del tardo Medioevo. Un modo per conoscere i colori del Medioevo.
Quelle che andavano a distinguersi dal cromatismo di una campagna coltivata dove i contadini erano monocromi nelle loro vesti semplici, dove i monaci erano ancor più dediti ai simboli della povertà, a tal punto che i loro abiti erano del colore che la pecora forniva e il nero stesso era considerato un’eccezione. Insomma robe dell’altro mondo per la società in cui viviamo oggi.
C.C.
Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014
Excelente e intersante
Saludos