
Quarta e ultima parte della storia dell’affresco, tecnica principe nella storia dell’arte per la sua bellezza e perfezione. Concludiamo oggi la sua breve storia parlando delle più alte vette che la tecnica raggiunse e il declino che ebbe fino ad arrivare all’età contemporanea.
Cinquecento
Con il Cinquecento la pittura a olio conquistò anche i supporti murari, ma per Vasari l’affresco fu ancora “il dipignere più maestrevole e bello. Il modo più virile e durabile” anche se, di riflesso, la tecnica finì per perdere alcune caratteristiche di trasparenza e luminosità del colore e a far uso sempre maggiore dell’impasto e del ritocco a secco. Artisti che si cimentarono con questa tecnica nel XVI secolo sono Michelangelo che vi vedrà la pittura per eccellenza, uno scontro diretto tra spirito e materia, restando fedele alla tecnica dell’affresco puro del Quattrocento. Raffaello che porterà l’affresco a un grado di ricchezza e di raffinatezza paragonabile alla pittura a olio. Giorgione, Tiziano, Veronese e Tiepolo in area veneta; Correggio a Parma e Sebastiano del Piombo tra Venezia e Roma.

Seicento
Nel Seicento, stando anche alle chiare e precise indicazioni di Andrea Pozzo, architetto, pittore, decoratore e teorico dell’arte, si andrà preferendo un intonaco meno levigato e più granuloso, per conferire un effetto vibrante alla superficie dipinta.
Si ricorrerà ampiamente allo sfumato e per schiarire le tinte, come bianco verrà di norma impiegata la calce miscelata direttamente ai pigmenti. In questo secolo avremo in particolare artisti come i Carracci e Pietro da Cortona che si distingueranno nell’utilizzo dell’affresco.
Settecento
La pittura a calce diverrà d’uso corrente tanto da diventare tecnica autonoma nel Settecento e, per il suo carattere di surrogato rispetto alla pittura a fresco, ci si riferirà a quest’ultima col termine “buon fresco”. Dal Settecento, ultima grande stagione dell’affresco, le riscoperte di Ercolano e Pompei, l’enorme interesse che suscitarono, la ricerca della “tecnica perduta” dei Romani, spinsero a sperimentare nel campo della pittura a secco secondo criteri e ricette più o meno personali. Cera, olio e caseina, variamente impiegati e miscelati, furono i leganti preferiti.

Continua l’esplorazione …
A parte brevi ritorni (i Nazareni), l’interesse per l’affresco decadde sia nel corso dell’Ottocento che nel nostro secolo. L’estrema, brillante, impennata la si è avuta con le opere della scuola messicana negli anni’20 del Novecento.
Nel contemporaneo l’affresco viene di rado utilizzato, sempre più surclassato dai nuovi colori industriali che permettono una maggior facilità e velocità d’esecuzione. Inoltre il dilagare dell’arte informale contribuì ad accantonare una tecnica artistica ritenuta troppo “classica” e accademica.
L’affresco, piccola guida per capire cos’è
3: l’affresco dal Medioevo al Quattrocento, secolo della svolta
2: gli albori della tecnica dell’affresco e il mistero romano
Sinopia, spolvero ed incisioni: per non sbagliare un affresco!
C.C.
Salve, posso sapere da quale testo è tratta l’indicazione di come l’affresco era eseguito da Andrea Pozzo? Oppure altri testi che parlino di come questa tecnica era eseguita nel Seicento, grazie!
Tutti i riferimenti bibliografici che posso darle li trova alla pagina “bibliografia” del blog. In particolare questo articolo si rifà al testo “Dizionario della pittura e dei pittori A-Z, AA.VV., Einaudi, 1989”