Il mosaico #1 – nascita e sviluppo

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Stendardo di Ur

Abbiamo già parlato di questa tecnica artistica basata sull’impiego di materie dure. Materiali come vetro, marmo, terracotta, pasta vitrea, smalto, conchiglie e madreperla. Questi, ridotti a piccoli elementi cubici o trapezoidali, erano accostati secondo un disegno preciso e fissati alle strutture portanti.
Ma oggi ne vedremo un po’ il percorso tecnico. Per le sue caratteristiche di durabilità e per l’alto potenziale decorativo, il mosaico s’adattò in modo efficace alla decorazione di vaste superfici di strutture monumentali. Lo troviamo come rivestimento di pavimenti e di pareti interne ed esterne di edifici. La tecnica per le sue particolari caratteristiche e la difficoltà di progettazione e messa in opera si sviluppò solo in alcune culture.

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Le testimonianze più antiche di un procedimento simile al mosaico risalgono alla civiltà dei Sumeri e in Mesopotamia. Lo Stendardo di Ur, scoperto in una tomba del III millennio a. C. è il più antico esemplare conosciuto di mosaico portatile. È realizzato secondo la tecnica dell’opus sectile. Le figure, disposte in registri orizzontali, sono realizzate in pietra, madreperla e terracotta. Fissate su un supporto di legno con l’aiuto di una preparazione adesiva specifica. Tracce di decorazioni musive si hanno anche in Egitto, dove abbiamo la presenza di incrostazioni in pasta vitrea colorata nella decorazione di templi e palazzi.

Il mosaico in epoca ellenistica

Molto probabilmente in epoca ellenistica sotto il regno dei Tolomei si trassero vantaggi dai progressi della lavorazione del vetro. Infatti sembra che proprio dall’Egitto i mosaici a pasta vitrea e a smalto si diffusero in Siria, in Asia Minore e in Italia. Anche in Iran si conoscono esempi di questa tecnica destinata a sviluppi originali sotto forma di mosaico in ceramica smaltata. Un tipo di tecnica che dall’Iran si diffuse dal X secolo anche in India.

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La maggior solidità rispetto ai dipinti e la possibilità di raggiungere effetti propri della pittura, ha spesso favorito la nascita di una concorrenza tra mosaico e pittura. Questo atteggiamento trova conferme nel tipo di elaborazione delle tessere stesse e dei vari modi di messa in opera. Infatti se nei più antichi, esse si configurano secondo un reticolo geometrico regolare, nei mosaici successivi va sviluppandosi una disposizione che segue l’andamento della figurazione.

Presentandosi spiraliforme o curvilinea fino ad imitare l’andamento delle pennellate. Il procedimento di posa delle tessere e il materiale usato per fissarle non fu sempre identico e fu determinato dalle diverse applicazioni. Nei mosaici pavimentali greco-romani, ad esempio, veniva usato un miscuglio di pozzolana, polvere di marmo o laterizio e calce spenta mescolata ad acqua. Mentre in epoca cristiana e bizantina il triplice strato del supporto e la preparazione del letto di posa del mosaico parietale è simile alla preparazione dell’affresco.

Lithostrota

Le fonti antiche ci parlano anche di lithostrota, termine usato in senso lato per indicare pavimenti a mosaico di pietra. Pavimenti che si possono far risalire già alla cultura egea del periodo neolitico. Alcuni esemplari di queste pavimentazioni a ciottoli dell’antica Grecia presentano disegni bianchi su fondo nero. Mentre talvolta è già presente l’elemento cromatico che costituirà il fondamentale carattere dei mosaici posteriori. Questi mosaici presentano generalmente una decorazione tipica dell’ornamentazione architettonica in uso con bordo ornato da elementi vegetali, viticci, girali e meandri.

Bordo al cui interno erano inserite scene di caccia o lotte tra animali spesso tratte dai motivi della pittura vascolare. L’uso dei mosaici pavimentali ebbe una vasta diffusione nel mondo romano. Il mosaico introdotto a Roma all’epoca della terza guerra punica, riscosse straordinario favore durante l’Impero e venne utilizzato in tutte le sue forme. Pavimenti, rivestimenti murali, emblemata a decorazione figurata o geometrica. I migliori esempi provengono da Pompei con rappresentazioni di scene di animali, nature morte, scene pittoriche. Grande rilevanza artistica rivestono i mosaici sparsi un po’ ovunque nelle province dell’impero.

Accanto al mosaico policromo in ambito romano si sviluppano altre tipologie decorative. Come ad esempio i motivi a reticolato o il tipo di pavimentazione dicromica in bianco e nero definita «severa» usata per la decorazione di ambienti termali. Una tipologia che anche durante il periodo antonino ed adrianeo raggiunse alti livelli di realizzazione. Il mosaico ha ormai raggiunto la piena maturazione e si avvia ad essere una tecnica molto usata anche nell’arte bizantina e medioevale.

To be continued ….

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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