
Fra le muse ispiratrici dei grandi pittori un posto importante va a una ragazza romana, amante di Raffaello, entrata di diritto nella leggenda e nell’interpretazione da romanzo rosa delle grandi pagine dell’arte. Stiamo parlando di Margherita Luti, figlia di un fornaio di origine senese che aveva la bottega in contrada Santa Dorotea, diventerà celebre con il soprannome di Fornarina.
Il buon Vasari parla di lei a proposito del ritratto della Velata. Ma potrebbe essere stata la modella di alcuni altri dipinti raffaelleschi, tra cui La Fornarina e, con maggior verosimiglianza, la Madonna Sistina.
Di lei non si sa bene né la data di nascita né quella di morte. Certamente è vissuta a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Pare che alla morte di Raffaello entrò in convento e da quel momento si persero le sue tracce. Si possono quindi avanzare solo ipotesi riguardo alle date di nascita e di morte di Margherita Luti. Certo se diamo per certa la data d’esecuzione della Velata al 1516, ecco che abbiamo una nascita approssimativa intorno al 1493.

Una donna affascinante
Le sue fattezze, gli occhi scuri e profondi, il volto tondo, il sorriso dolce e un po’ imbarazzato, ci sono noti da uno dei ritratti dedicati dal pittore alla modella-amante, uno dei primi e che i puritani definirebbero più scandalosi, nel celebre dipinto La Fornarina. Raffaello si è firmato sul nastro che stringe il braccio carnosetto della fanciulla, cingendolo come una carezza carica di affetto. Raffaello s’innamora del corpo della Fornarina e non dell’angelico volto. Una passione violenta, fino alla nevrosi.
Tanto che, racconta il Vasari, nel 1514 pretese che gliela portassero nella villa di Agostino Chigi alla Lungara dove stava dipingendo, minacciando di buttare all’aria tavolozza e pennelli. Lasciando a metà l’affresco della Galatea, per il quale il banchiere senese gli aveva imposto come modella la cortigiana Imperia. Nell’Ottocento la bella Margherita suggestiona l’immaginario romantico, che la definisce quale musa ispiratrice del pittore urbinate. Nel 1897 un noto studioso d’arte, certo Valeri Antonio, scopre un documento che attesta il ritiro presso il monastero in Trastevere chiamato Sant’Apollonia, di Margherita, avvenuto soltanto pochi mesi dopo la morte del suo amato Raffaello. Il documento riporta: “al dì 18 agosto 1520, oggi è stata ricevuta nel nostro conservatorio Madama Margherita vedoa figliuola del quodam Francesco Luti di Siena”.

Per tale scoperta si è ipotizzato che Raffaello e Margherita si siano sposati in segreto e che alla morte del pittore ella abbia deciso la via del ritiro a vita monastica. Ma come mai questa passione per la figlia di un fornaio? Un alone di mistero circonda la Fornarina e non perché le si accreditino ben tre case. È la sua identità che lascia perplessi. La figura soave innamorata di Raffaello e a lui fedele per tutta la vita tende a confondersi con quella di una cortigiana. Il forno e il fornaio non c’entrano e Fornarina è un nome d’arte, come lo usano le cortigiane d’alto bordo. Il soprannome allude ad altro forno e ad altri pani da infornare, in un eufemismo diffuso nella nomea delle cortigiane.
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui