
Muoviamo un altro passo nella contemporaneità parlando forse dell’ultima corrente artistica nata in Italia. Mi riferisco alla Transavangardia, sorta tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta. La denominazione e la definizione teorica del movimento risalgono al testo critico di Achille Bonito Oliva, La Transavanguardia Italiana (1980). Testo nel quale vengono analizzate le principali caratteristiche del nascente movimento e vengono presentati al pubblico quelli che l’autore considera i rappresentanti della nuova tendenza. Sandro Chia, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Francesco Clemente e Mimmo Paladino.
Perché Transavanguardia?
Se i movimenti d’avanguardia hanno sempre operato all’interno degli schemi culturali di una tradizione idealistica che vede lo sviluppo dell’arte come una linea progressiva, la Transavanguardia vuole scardinare questa idea di evoluzione dell’arte. Questo movimento si distingue per un rifiuto di quella che Bonito Oliva chiama “l’isteria del nuovo”. Vale a dire l’idea di progresso implicita nel continuo sperimentare nuove tecniche e nuovi materiali. Idea che, all’inizio degli anni Settanta, aveva portato a un netto rifiuto dei linguaggi tradizionali e a un tipo di ricerca che privilegiava l’uso di mezzi extra-artistici.

Ritorno a materiali e tecniche tradizionali
Inoltre questo movimento ritorna a materiali e tecniche pittoriche tradizionali e una figurazione dai tratti espressionisti. Talvolta con un recupero di motivi e forme del passato. Con la Transavanguardia abbiamo quindi un superamento della linea evolutiva che dalle avanguardie storiche alle neoavanguardie degli anni Sessanta aveva caratterizzato lo sviluppo dell’arte. In questo contesto gli artisti della Transavanguardia sono nomadi culturali, liberi di muoversi da un territorio stilistico a un altro. Capaci di cambiare sensibilità da opera ad opera praticando un eclettismo stilistico all’insegna dell’individualità. Ma questi artisti sono anche propensi verso un ritorno alla pittura. A tempi di esecuzione lenti e alla figurazione.

Viene dunque ripristinata la “tradizione della pittura” attraverso una rinnovata attenzione al campo della manualità e al tempo dell’esecuzione pittorica. Infatti non è più possibile per l’arte darsi come progetto di una visione unitaria del mondo. È crollata la fiducia nella possibilità, da parte dell’azione artistica, di un intervento modificatore della realtà esterna all’opera. In questo modo viene a cadere anche la fiducia nel valore della sperimentazione intesa sin dalle avanguardie storiche.
Un artista nomade
L’artista della Transavanguardia è libero di spaziare nel territorio dell’arte e degli stili senza alcun tipo di preclusione. Assistiamo dunque a una contaminazione di tutti i livelli della cultura. Da quelli “alti” dell’arte e delle avanguardie storiche a quelli “bassi” delle correnti minori. E di tutto l’ambito della cultura popolare fino ai prodotti dell’industria dei mass-media. Si fa strada quell’atteggiamento proprio dell’artista della Transavanguardia che vede l’abbandono della fiducia nelle sue possibilità progettuali. A favore di una condizione di precarietà e d’incertezza svincolata da ogni centralità.
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La dimensione in cui si situa questo operare è priva di riferimenti, di ancoraggio teorico o direzione prefissata. A una frantumazione di ogni visione unitaria del mondo corrisponde la frantumazione di una possibile idea unitaria dell’opera d’arte. Opera la cui unica ragione sta ora nel campo della sensibilità individuale ed espressiva dell’artista. L’arte della Transavanguardia dà nuovo rilievo al campo della soggettività individuale. Si caratterizza per una rinnovata attenzione verso le radici culturali specifiche del territorio e dell’ambiente in cui l’artista si trova a operare.
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Influenze internazionali
Continua l’esplorazione …
Se volete approfondire questo tema affascinante è per molti aspetti estremamente coerente con i nostri tempi, vi consiglio la lettura di:
Transavanguardia, a cura di Giannelli I., 2002, Skira
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Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!
C.C.