
Questo artista, nato a Heidelberg (graziosa città tedesca) si formò presso un pittore di vedute e scene di genere e frequentò in seguito l’accademia di Monaco. Nel 1815 raggiunse il Tirolo a piedi per poi dirigersi verso Verona e Venezia. Tornò per breve tempo nella sua città natale per trasferirsi definitivamente nel 1816 a Roma, dove aderì alla cerchia di pittori romantici che lì si era riunita intorno a Joseph Anton Koch. Carl faceva parlare molto di sé negli ambienti romani per la sua abitudine a vestirsi con l’abito nazionale tedesco. Insieme a numerosi schizzi e ritratti dei colleghi, realizzò principalmente paesaggi romantici. Fece una fine molto tragica, affogando nel Tevere mentre stava facendo il bagno.
Rocca Canterano
Il dipinto che qui vi propongo è forse uno dei suoi più celebri e rappresenta un paesaggio pastorale roccioso, chiuso tra alte montagne sullo sfondo. Più degli altri pittori nazareni, Fohr si dedicò a un genere di rappresentazione molto naturale ispirato agli ideali classici. In primo piano vediamo una giovane campagnola vestita con colori vivaci. Avanza su un sentiero che si snoda tra rocce e grandi alberi nodosi. La donna ha in braccio un bambino e ne conduce un secondo che cammina tenendo una brocca in equilibrio sulla testa. A destra un gruppo di pellegrini avanza tra gli alberi e scompare in una gola, verso una valle illuminata dal sole. Dietro la donna, in primo piano, due pastori seguono il sentiero che si sviluppa in profondità, verso un grazioso paesaggio collinare chiuso tra le montagne.
Quest’opera si inserisce nella tradizione del paesaggio arcadico che dal Rinascimento in poi cercava di ricreare un’immagine del Paradiso terrestre. Però la presenza dei pellegrini sembra voler ricordare i diversi stadi del cammino della vita e che forse il vero senso dell’esistenza umana è di volgere lo sguardo sempre davanti a sé verso il futuro.
L’esplorazione continua …
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C.C.