
Con l’amico Franz Pforr fondò il Lukasbund, la prima moderna associazione di artisti.
La confraternita voleva riportare la pittura al suo rapporto diretto con la religione da un lato e con il lavoro artigianale dall’altro, rapporto che aveva caratterizzato l’arte medievale.
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I membri del gruppo si trasferirono a Roma e chi già non lo era, divenne cattolico: si stabilirono nell’ex convento di sant’Isidoro, dove trovarono un luogo ideale per mettere in pratica il loro progetto di riforma dell’arte. Dall’abitudine di portare i capelli lunghi presero il soprannome di nazareni (ve ne ho parlato QUI); usato inizialmente in senso spregiativo, il termine finì per segnare la confraternita e il suo programma artistico.
Italia e Germania
Il quadro che vedete qui sopra fu iniziato nel 1811 come opera gemella a La Sulamita e Maria di Franz Pforr (QUI); ma dopo la morte dell’amico nel 1812, Overbeck lo lasciò incompiuto. A distanza di sedici anni, l’artista riprese la tela, facendo alcune modifiche al contenuto e cambiando il titolo.
Italia e Germania allude al programma estetico dei nazareni che miravano ad una fusione tra pittura tedesca e italiana della tradizione medievale e rinascimentale precedente a Raffaello. A sinistra, la bruna Italia coronata d’alloro corrisponde alla tipologia di bellezza mediterranea, secondo i pittori tedeschi d’allora; a destra Germania incarna invece un nordico ideale di bellezza femminile, come confermano i capelli biondi pettinati in grosse trecce e la corona di mirto. La stessa divisione ideale la troviamo nel paesaggio che dalla parte italiana è tutto morbide e verdi colline, mentre dalla parte tedesca è un’angusta cittadina germanica.
L’abbraccio morbido e affettuoso corona l’unione delle due culture artistiche.
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C.C.