Body art – teatralità e provocazione

0
Body art
Gina Pane, azione sentimentale, 1973

Parallelamente alla ➡land art si è sviluppata, sopratutto in Europa, la cosiddetta body art, cioè l’arte del corpo.
La matrice europea di questa nuova avanguardia, maturata a partire dagli anni Settanta, è molto chiara. L’artista body limita l’azione artistica al proprio corpo e, a volte, addirittura a qualche parte di esso. Una visione che vede al centro l’essere umano, nella migliore tradizione artistica europea che da sempre ha individuato in esso l’elemento di maggiore interesse. A volte le rappresentazioni della body art vengono realizzate in forma privata e comunicate in seguito attraverso fotografie o filmati. Altre volte l’esecuzione è pubblica. La cosiddetta performance artistica può essere preparata in precedenza o avvenire in maniera estemporanea. Di solito non è prevista la partecipazione degli spettatori.

Se ti piace il blog, seguilo anche su Twitter 👇👇👀

Ma perchè si è sviluppata questa forma artistica? Forse per abbattere l’ultima barriera rimasta tra l’artista e il suo pubblico. Già l’astrattismo aveva abolito la forma, mentre il ➡concettuale aveva compiuto un ulteriore passo avanti abolendo addirittura gli oggetti. L’➡arte povera aveva rivalutato i gesti, così come la land art che per attuarsi aveva bisogno di operazioni concrete sul territorio. La body art , infine, riesce ad azzerare definitivamente ogni forma espressiva precedente. Riduce la produzione artistica a un puro fatto teatrale, per il quale occorre solo il corpo dell’artista e la sua intelligenza creativa.

Tra gioco, dolore e pericolo

La body art spesso ha un intento giocoso, ma molti dei suoi principali esponenti hanno concentrato il loro lavoro sul dolore o su rituali di resistenza. Da questo punto di vista sono molti gli artisti di questa corrente che si sono messi in situazioni spiacevoli e potenzialmente pericolose. Possiamo citare Rudolf, Schwarzkogler e la francese Orlan, la cui forma di espressione più significativa consiste nel sottoporre il suo volto e il suo corpo a operazioni di chirurgia plastica per replicare i capolavori del rinascimento, come il mento di una Venere di Botticelli.

Body art
Hermann Nitsch, performance al Castello di Prinzendorf, 1984

Quali sono i precedenti? La discendenza diretta della body art, al di là delle chiare influenze futuriste e dada, va comunque cercata all’interno di fluxus, un complesso ed eterogeneo movimento artistico e culturale di provocatoria avanguardia sviluppatosi in ambito europeo negli anni ’60. Da queste premesse la body art prende più volte spunto per proporre azioni spesso anche scioccanti, come nel caso della francese Gina Pane che arriva a infierire sul proprio corpo, tagliuzzandosi con schegge di vetro o lamette al fine di rigenerarlo simbolicamente nel sangue.

Dolore e orrore che scaturiscono anche dalle azioni dell’austriaco Hermann Nitsch, che opera fino agli anni Ottanta, quindi ben oltre il limite di sviluppo storico della body art. Nelle sue performance la crudezza del sacrificio rituale assume tinte di violenza drammatica. Al posto della vernice usa il sangue di animali morti. Tutte le azioni hanno complessi e oscuri valori mistici, ambiguamente sospesi tra l’orgia satanica, il sadismo a sfondo sessuale e la ripresa di antiche pratiche divinatorie. L’artista americano Vito Acconci fu ancora più provocatorio. Trascorse diverse ore al giorno masturbandosi sotto una piattaforma mentre i suoni della sua attività venivano amplificati tramite altoparlanti agli spettatori che stavano sopra di lui. Più estremo ancora fu Chris Burden che passò dal farsi pungere con spilli dagli spettatori a farsi crocifiggere sul tetto di una Volkswagen.

Scopri di più …

Questo post fa parte della rubrica #lopotevofareanchio, in cui se vuoi puoi esplorare l’arte contemporanea!

C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here